Sarà l’Emilia-Romagna, nel 2021, la prima regione italiana per crescita con un incremento del Pil del 6% rispetto al 2020 mentre nel 2022 il progresso sarà del 4,2% tanto che, a fine esercizio, non solo avrà recuperato completamente i livelli pre-pandemia, ma segnerà un passo in avanti dello 0,4% sul 2019. È quanto emerge dall’elaborazione realizzata da Unioncamere Emilia-Romagna sui dati Prometeia secondo cui a fare da traino è il settore industriale, previsto in crescita nel 2021 del 10,6% e del 3,3% nel 2022 In particolare, a svilupparsi di più nel corso dell’anno sarà il comparto delle costruzioni visto in rialzo del 17,4% (+7,6% nel 2022); il terziario avanzerà del 3,9% per consolidarsi nel corso del 2022 con un +4,4% mentre per il settore dei servizi occorrerà attendere il 2023 per recuperare quanto perso a causa della pandemia da Coronavirus.Sul fronte delle esportazioni queste cresceranno, nel 2021, del 13,9% (+6,1% nel 2022) e gli investimenti del 17,9% (+8,6% nel 2022). Per quanto riguarda l’occupazione, viene osservato nello studio, “per apprezzare i riflessi positivi occorrerà attendere i prossimi anni: nel 2020 il calo degli occupati si era attestato a circa 59mila unità (-2,9 %), nel 2021 la flessione assumerà valori più contenuti, 15.500 unità (-0,8%).
Dal prossimo anno si invertirà la tendenza e a fine 2024 l’Emilia-Romagna conterà quasi 28.000 occupati in più rispetto ai livelli pre-pandemia. Una dinamica analoga riguarderà il tasso di disoccupazione, con valori che si attesteranno attorno al 7% nel 2021 e nel 2022, per tornare al 5,7 per cento nel 2024”.
In un quadro di “ripresa sostenuta e diffusa – conclude la Unioncamere regionale – a rendere più incerto il clima positivo vi sono due aspetti: da un lato l’evoluzione della pandemia e, in particolare, della variante delta; dall’altro la dinamica del costo delle materie prime” (ANSA).