Il Grand Hotel di Rimini rivela fin dal suo sorgere, la favola della ricchezza, del lusso e dello sfarzo orientale. Simbolo per eccellenza del mondo onirico felliniano, permette ancora oggi di vivere e respirare quell’elegante atmosfera che un giovane Federico Fellini, ha raccontato attraverso gli occhi di Titta nel film “Amarcord”, quando spiando attraverso le siepi, poteva ammirare le due cupole arabeggianti che oggi non esistono più, i rigogliosi giardini esotici, la terrazza illuminata, la facciata liberty in marmo bianco e le aristocratiche persone che vi alloggiavano.
All’interno dell’“Astronave bianca”, così come il Maestro amava definire il Grand Hotel, si sono succedute le personalità più importanti del mondo.
Il Cavalier Ennio Stocco che è stato Maître del Grand Hotel per oltre trent’anni, ci ha accompagnati in un viaggio all’interno di questa struttura divenuta Monumento Nazionale.
Federico Fellini soleva scegliere sempre la stessa Suite, la numero 315, oggi denominata “Suite Fellini”, solitamente prenotata dalle personalità più facoltose; ma oltre alla prediletta Suite 315, vi sono dei luoghi che Fellini amava “abitare”, come la terrazza, la Sala Rosa, il tavolo numero 3 della Sala Ristorante.
A cura di Loredana Mendicino