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Nidi, dalla Regione 25,5 milioni di euro ai Comuni per abbattere o azzerare le rette e rafforzare i servizi

La vicepresidente Schlein: “Supporto fondamentale per contrastare le disuguaglianze e sostenere le famiglie”

La vicepresidente Schlein: “Supporto fondamentale per contrastare le disuguaglianze e sostenere le famiglie”

Asilo nido (1)Abbattere o azzerare le rette di iscrizione ai nidi d’infanzia, compresi micronidi e sezioni primavera per bambini dai 24 a 36 mesi di età. Ma anche qualificare e sostenere il funzionamento e la gestione del sistema dei servizi educativi per i bimbi da 0 a 3 anni e di quelli integrativi (spazio bambini, centri per bambini e famiglie, servizi domiciliari e servizi sperimentali), pubblici e privati convenzionati.

La Regione Emilia-Romagna conferma per il terzo anno consecutivo il progetto “Al nido con la Regione” per l’abbattimento delle rette, e destina per l’anno educativo 2021-2022 ulteriori risorse per qualificare i servizi: in totale 25,5 milioni di euro che la Giunta regionale ha stanziato con due distinti provvedimenti appena approvati.

Uno per completare l’erogazione di 18 milioni e 250 mila euro per contenere e abbattere i costi delle rette d’iscrizione ai nidi, ripartiti tra i Comuni e Unioni sede di servizi educativi per la prima infanzia, con il vincolo di utilizzare le risorse esclusivamente per l’obiettivo individuato; il secondo, da 7milioni e 250mila euro, anch’essi ripartiti tra Comuni e Unioni di Comuni dell’Emilia-Romagna, per consolidare le strutture educative pubbliche e private convenzionate con i Comuni, e migliorarne la qualità attraverso il sostegno ai coordinamenti pedagogici territoriali e la formazione continua degli operatori.

Il progetto “Al nido con la Regione” confermato per il terzo anno consecutivo (2021/2022)

Partito in via sperimentale nell’anno educativo 2019-2020 e riproposto nel 2020-2021, torna in Emilia-Romagna, da settembre 2021, il progetto “Al nido con la Regione”.

Le risorse per finanziarlo (18,25 milioni di euro)vengono assegnate a tutti i 223Comuni e loro Unioni dell’Emilia-Romagna sede di servizi educativi (pubblici e privati convenzionati) per la prima infanzia, che avranno il vincolo di utilizzarle esclusivamente per l’obiettivo individuato, quindi per abbattere o azzerare le rette. Il budget finanziario assegnato a ciascun Comune viene determinato sulla base del numero dei bambini iscritti ai servizi (indipendente dal Comune di residenza) nell’anno educativo 2019-2020, ultimo dato disponibile validato dai Comuni stessi.

Potranno usufruire delle risorse soltanto i Comuni che entro il 3 settembre 2021 faranno richiesta di finanziamento alla Regione, accompagnata da un impegno formale, espresso dal legale rappresentante dell’Ente, di utilizzo delle risorse esclusivamente per l’abbattimento delle rette di frequenza.

La riduzione delle rette interesserà i nuclei familiari con un Isee massimo di 26 mila euro, il cui risparmio annuo per ogni bambino iscritto sarà più consistente nel caso di un bambino con disabilità o residente in un Comune montano.

Saranno gli stessi Comuni o Unioni stabilire come articolare concretamente l’abbattimento o l’azzeramento delle rette.

Sulla base dei bambini iscritti nell’anno educativo 2019-20, a livello provinciale le risorse ai Comuni sono così suddivise: a quelli dell’area metropolitana di Bologna 5.114.585 euro; a quelli della provincia di Modena 2.914.613 euro; alla provincia di Reggio Emilia 2.482.124 euro; alla provincia di Parma 1.819.710 euro; alla provincia di Ravenna 1.633.009 euro; alla provincia di Forlì-Cesena 1.364.188 euro; alla provincia di Ferrara 1.296.692 euro; a quella di Rimini 877.538 euro, e a quella di Piacenza 747.536 euro.

Consolidamento e qualificazione dei servizi per l’infanzia

Sul totale dei fondi stanziati dalla Regione, 7 milioni e 250 mila euro vanno direttamente a 235 Comuni e Unioni di Comuni per i 1.233 servizi educativi sulla base del numero di bambini iscritti, che nell’anno educativo 2019-2020 furono in totale quasi 34mila.

Per quanto riguarda le attività finanziate, si va dalla gestione delle strutture sulla base degli standard qualitativi e di sicurezza fissati, al funzionamento dei coordinamenti pedagogici territoriali, fino alla formazione degli operatori dei servizi educativi rivolti ai bambini più piccoli, da zero a tre anni, che comprendono i nidi d’infanzia e i servizi integrativi al nido (spazio bambini; centri per bambini e famiglie; servizi domiciliari e servizi sperimentali).

Nel dettaglio, larga parte delle risorse (6 milioni 525mila euro) è finalizzata alla gestione e al consolidamento dei servizi per la prima infanzia: nell’ambito di questa cifra, è previsto un incremento di 182.700 euro per i bambini iscritti ai servizi educativi di Comuni montani, e una quota aggiuntiva di 137.000 euro assegnati sulla base del numero di bambini con disabilità. La quota di 725.000 euro è destinata a sostenere la qualificazione dei servizi educativi, attraverso il coordinamento pedagogico territoriale (300 mila euro) e la formazione permanente degli operatori (425 mila euro).

Le risorse per i servizi educativi

A livello territoriale, le risorse saranno così suddivise: nella provincia di Bologna 2.028.418 euro; Modena 1.157.865 euro; Reggio Emilia 986.809 euro; Parma 721.977 euro; Ravenna 650.075 euro; Forlì-Cesena 540.660 euro; Ferrara 517.333 euro; Rimini 347.921euro; Piacenza 298.938 euro.

L’offerta di servizi educativi sul territorio, da Piacenza a Rimini

Secondo i dati del Sistema Informativo Regionale servizi dell’infanzia riferiti all’anno educativo 2019-2020, in Emilia-Romagna i bambini da 0 a 3 anni iscritti nei 1.233 servizi educativi erano quasi 34 mila (precisamente 33.908), il 34,7% dei bambini di questa fascia d’età residenti in regione (97.623).

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