(Adnkronos) – "Abbiamo incontrato i ministri competenti, quindi i ministri Giorgetti e Schillaci e la nostra richiesta è quella di rivedere alcune cose: apprezziamo il segnale sul fondo dei farmaci innovativi, già presente ma non sfruttato, di accogliere ulteriormente i farmaci a innovatività condizionata e gli antibiotici, ma siamo delusi dall'assenza – in manovra – di un innalzamento del tetto della spesa farmaceutica, che ha degli effetti, come l’aumento del payback a carico delle aziende. Pertanto, un aumento del tetto e rimodulazioni sono necessarie per stabilizzare il tetto e siamo negativamente sorpresi dall'articolo 57, che vorrebbe ridurre le quote di spettanza, e quindi i margini delle aziende farmaceutiche, a favore della distribuzione. È inaccettabile, soprattutto in una legge di bilancio, vedere questo approccio verso soggetti privati". Lo afferma Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, rispondendo all’Adnkronos Salute in merito a quanto previsto dal governo in manovra sul fronte del settore farmaceutico. (Video) "Chiediamo quindi l'abrogazione immediata dell'articolo 57. Una richiesta già presentata al ministro Schillaci e al sottosegretario Gemmato. L'Italia deve decidere se è dalla parte dell'industria, e quindi di chi genera il massimo valore per la nazione in termini di cura, innovazione, export, economia o se vengono difesi dei corporativismi – incalza Cattani – su questo siamo chiari e netti. C'è un problema di sostenibilità e le misure previste renderebbero la produzione di tanti farmaci salvavita molto difficile nel nostro Paese da un punto di vista industriale. e Rischiando quindi di accentuare ulteriormente le possibili carenze di farmaci". "Si aprirà un confronto per definire come il modello di riconoscimento della distribuzione debba essere soddisfatto, ma non può essere l'industria a pagare la distribuzione e gli oneri della distribuzione, vedendo ridurre i propri margini – rimarca Cattani – Abbiamo bisogno di competitività. Ci sono degli avanzi nella convenzionata che potrebbero essere presi utilizzati per sostenere le quote di spettanza della distribuzione. Un governo che prende dal privato per dare al privato, dall’industria per dare alla distribuzione, per noi è inaccettabile". Per il presidente di Farmindustria, il ruolo dell'industria farmaceutica come motore per la competitività in Italia e nell’Unione Europea è fondamentale: "l'Italia è leader europeo e mondiale. Chiediamo di poter correre. La presidente Meloni, al momento della sua elezione, ha dichiarato che il Paese e l'Europa hanno bisogno di una strategia industriale, che aiuti soprattutto i settori che danno maggiore competitività, come l'industria farmaceutica, che, secondo l’Istat, è il settore numero uno in Italia da questo punto di vista, e in Europa per valore della produzione. L'Europa è chiamata all'ultimo giro di pista dopo le elezioni americane, per una possibile spinta competitiva con possibili dazi sul fronte americano – sottolinea – pertanto, è necessario essere veloci e avere una strategia per le scienze della vita, dove si tutela il brevetto e si investe in ricerca, sviluppo e produzione industriale". "Se la linea dell'Europa è ideologica contro il brevetto e di taglio dei prezzi dei farmaci, perderà. E questo lo hanno detto sia Mario Draghi che Enrico Letta nei loro rapporti. Il tempo è adesso. Bisogna invertire la legislazione farmaceutica, che voleva accorciare il brevetto, allungandolo come Stati Uniti e Cina e, soprattutto, sostenere la produzione industriale di tutti i farmaci, anche quelli che sono stati tagliati nel corso degli ultimi anni – conclude Cattani – Il tema delle carenze si risolve con una strategia che riporti la produzione di principi attivi in Europa e che dia la giusta valorizzazione e rapido accesso a tutti i farmaci. Questa è la strada, ma serve una visione chiara e a lungo termine". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)