Il cantautore bolognese rivivrà grazie al “Memorial Lucio Dalla Jazz”, un programma di concerti, live e ricordi.
Renzo Arbore, Pupi Avati, Rossana Casale, Marino Bartoletti, Jimmy Villotti e Teo Ciavarella, tra i tanti altri. Saranno i protagonisti a Bologna della 12esima edizione della Strada del jazz, il festival diventato famoso per la posa delle stelle di marmo in via Orefici-Caprarie, nel cuore della città. La stella al suo artista più celebre, Lucio Dalla, Bologna l’ha dedicata 10 anni fa, poco dopo la sua dolorosa scomparsa, e non ci saranno nuove pose. Tuttavia, proprio nel decennale, “Lucio” rivivrà grazie al “Memorial Lucio Dalla Jazz”, l’essenza della Strada del jazz 2022 tra concerti, live e ricordi tutti in programma in piazza Maggiore, sabato 10 e domenica 11 settembre (con diverse anteprime venerdì). Non si celebrerà soltanto il Dalla musicista e autore, ma ad esempio anche quello appassionato di basket, del Bologna calcio e di San Francesco, senza soluzione di continuità.
Il programma si presenta di nuovo ricco di appuntamenti, anche se organizzarlo non è stato semplice e diversi altri artisti di richiamo non ci saranno, per problemi di incrocio di date. Quest’anno, infatti, la Strada del jazz, realizzata di nuovo in collaborazione con il Comune e il Quadrilatero, comincia una settimana prima del solito: “È un programma ricco ma faticoso, c’è stata una sovrapposizione di date. Abbiamo dovuto cedere e anticipare di una settimana, perdendo così tanti amici da Ron a Gaetano Curreri fino a Luca Carboni. Sono dispiaciutissimi di non poterci essere, ma erano in tournée. Col cuore, saranno comunque presenti”, spiega Paolo Alberti, fondatore della Strada del jazz con Gilberto Mora. Suo padre Alberto, nel 1959, celebrò la prima edizione del festival con Chet Baker come ospite d’onore.
DALLA BOLOGNA CAPITALE DEL JAZZ ALLA DOCTOR DIXIE JAZZ BAND
Il successo fu scontato e da lì, per 16 anni, il festival di Bologna è stato, per il mondo del jazz, l’evento più importante in Italia, ospitando Duke Ellington, Charles Mingus, Miles Davis, Dizzy Gillespie, Oscar Peterson, B.B. King, Sarah Vaughan, Count Basie, Ella Fitzgerald e tanti altri loro conterranei colleghi. Anni d’oro. È in questa fase che arriva Dalla: a 16 anni entra a far parte della Rheno Dixieland Jazz Band e partecipa al primo festival europeo del Jazz ad Antibes. Rimane in formazione fino al 1961, quando si trasferisce a Roma per suonare con altri vari gruppi jazz, e qui incontra Gino Paoli, che lo convince a percorrere altre strade musicali. Intanto, siamo nel 1972, a Bologna nasce la Doctor Dixie Jazz Band. Del resto, “Bologna era nel Dna artistico di Lucio: ha provato di vivere a Roma un paio d’anni ma qui stava bene, voleva vivere la ‘città vera’ e andava nei negozi”, ricorda ancora Alberti oggi, ribadendo come “non fosse assolutamente un divo”, nonostante ad esempio i 30 milioni di copie di Caruso venduti. Il festival sabato e domenica ripercorrerà anche tutto questo, all’insegna di “un ricordo spiritoso e divertente, in musica e improvvisato”, promette ancora il fondatore. Il quale, dopo 11 edizioni di Strada del jazz, svela anche qualche aneddoto: “Quando l’avventura comincia, nel 2011, non c’era un sindaco ma la commissaria Cancellieri, che ormai stava facendo le valigie. Mi disse ‘bella cosa questo festival, devi andare subito alla Sovrintendenza’. Così feci”. Prosegue Alberti: “Trovo una sovrintendente che non solo ama il jazz, ma che è pazza della musica in generale. Addirittura, si sbraccia per indicarmi dove tenere gli eventi, ‘lo devi fare in questa piazza’ e così via”. A questo punto entra in gioco un altro bolognese che partecipa al festival di quest’anno: Pupi Avati, clarinettista jazz prestato al cinema.
‘QUEST’ANNO VIENE PUPI, MA L’ANNO PROSSIMO VENGO IO’
“Prima chiamo Pupi- rivela Alberti- e poi dico a Lucio: ‘Guarda che quest’anno viene Pupi a inaugurare’. Lucio mi risponde: ‘Deve venire lui per forza, io gli ho rubato il posto in orchestra…’. Pupi era nella Dixie, infatti, ma in 3 mesi Lucio imparò a suonare il clarino meglio di lui. Nasce lì il grande artista Dalla, secondo me. ‘Quest’anno viene Pupi, ma l’anno prossimo vengo io’, aggiunse poi Dalla. Nel marzo di quell’anno, però, ci ha fatto lo scherzetto che conosciamo ed è morto in una cittadina, Montreux, che è stata sede di un grande festival jazz. Vogliamo credere che non sia stato casuale per lui scomparire proprio in quel luogo”, continua tra gli aneddoti un emozionato Alberti. Rientrando nel programma di Strada del jazz 2022, l’anteprima di venerdì include dalle 21.30 alla Cantina Bentivoglio, più che mai “fucina” della manifestazione, Teo Ciavarella quintet con Iskra Menarini per “Come è profondo il Jazz” (Giovanni Tamburini, tromba; Daniele D’Alessandro, clarinetti; Francesco Milone, sax baritono; Lele Veronesi, batteria; Teo Ciavarella, pianoforte, organo e direzione; special guest Iskra Menarini, voce). Sabato alle 17 in piazza Maggiore è prevista poi l’inaugurazione del festival con il saluto del sindaco Matteo Lepore e con Giancarlo Tonelli, direttore generale di Ascom (“Dalla amava girare per i negozi storici della città e tuttora contribuisce allo sviluppo di bologna”, evidenzia), Andrea Faccani, presidente della Fondazione Lucio Dalla, Tobia Righi, presidente onorario della Fondazione Lucio Dalla, e poi appunto Renzo Arbore, Rossana Casale, Jimmy Villotti, Checco Coniglio, Roberto Costa, Andrea Maioli, Paolino Cesari.
ARRIVA UN TOUR ITINERANTE NEL “QUADRILATERO STREET DIXIELAND JAZZ BAND”
In programma non mancano un concerto ensemble Strada del Jazz quartet “If I were an angel” e inoltre, dalle 18.30 alle 23, un tour itinerante nel “Quadrilatero Street Dixieland Jazz Band” con la Bologna Swing Dancers. Tra gli altri appuntamenti, a suon di concerti sempre in ‘piazza Grande’, domenica è previsto il saluto del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini (“È la prima volta che viene a trovarci”, notano gli organizzatori). In tutto questo, il collega di Alberti e cofondatore della Strada, Gilberto Mora, torna alle stelle e rilancia un appello a Elena Di Gioia, delegata del sindaco alla Cultura, e confida: “Lo dico tutti gli anni al Comune, adesso spero che con questa nuova amministrazione si trovi un modo per valorizzare tutte le stelle del jazz messe per terra in via Orefici. Ci teniamo molto. I turisti ci chiedono sempre notizie e vogliono fotografare. Abbiamo sviluppato un progetto con l’ufficio architetti del Comune- evidenzia Mora- su tutti i marciapiede con tutte le stelle, ma poi sono arrivati problemi finanziari. Vogliamo un jazz- è l’ultimo auspicio degli addetti ai lavori- che diventi architettura della e nella città”.