Con un provvedimento emesso il 7 ottobre scorso, il Tribunale di Reggio Emilia ha disposto l’apertura della liquidazione controllata del patrimonio a favore di un imprenditore reggiano che, a causa della grave crisi economica e finanziaria che ha colpito la sua impresa, ha accumulato un debito complessivo di 1,2 milioni di euro nei confronti dell’Agenzia delle Entrate e di una decina di istituti bancari. L’imprenditore, titolare di una società operante nel settore edilizio e delle costruzioni, ha cominciato ad affrontare difficoltà a partire dal 2008, con l’avvio della crisi del mercato immobiliare, che ha provocato una significativa contrazione delle commesse e il ritardo nei pagamenti da parte dei clienti. Nel 2016, la società ha registrato una perdita di esercizio di oltre 200.000 euro, evento che ha aggravato ulteriormente la sua situazione finanziaria. La crisi ha avuto pesanti ripercussioni anche sul piano personale: l’imprenditore, padre di famiglia, ha infatti dovuto affrontare l’impossibilità di pagare il mutuo e ha perso la propria abitazione a causa di una procedura esecutiva immobiliare. A questa seguiranno ulteriori azioni legali che complicheranno la già delicata condizione economica dell’impresa e della sua famiglia. Di fronte a una situazione ormai insostenibile, l’imprenditore ha deciso di rivolgersi allo Studio Legale Pagano, specializzato in crisi d’impresa. L’avvocato Monica Pagano, esperta in questo ambito, ha dichiarato: “Abbiamo lavorato per applicare la legge sul sovraindebitamento, che consente a chi si è indebitato senza colpa di avere una seconda chance, garantendo un nuovo inizio e la possibilità di rientrare e produrre nel mercato senza essere schiacciati dal peso dei debiti”. Grazie all’intervento dello Studio Legale Pagano, il Tribunale di Reggio Emilia ha accolto la richiesta di ammissione alla procedura di sovraindebitamento, stabilendo che l’imprenditore, con un debito complessivo di 1,2 milioni di euro, dovrà saldare una somma di poco più di 20.000 euro, una riduzione significativa rispetto all’importo originario. Un ulteriore e importante risultato ottenuto è che l’imprenditore non dovrà cedere la sua quota societaria per la soddisfazione dei creditori, in quanto essa rappresenta l’unica fonte di reddito che gli consente di generare un utile sufficiente per il sostentamento della sua famiglia.