(Adnkronos) – La maggior parte delle microplastiche presenti nell'acqua in bottiglia e di rubinetto in Francia sono più piccole di 20 micrometri (µm), abbastanza fini, cioè, da passare nel sangue e negli organi, ma al di sotto del limite di rilevamento raccomandato dall'Ue per la valutazione della qualità dell'acqua. E' quanto emerge da uno studio pubblicato su 'Plos Water' da un team di scienziati di centri e atenei di Francia e Danimarca. "La direttiva Ue 2020/2184 sulla qualità dell'acqua da consumare – scrivono gli autori – ha recentemente proposto approcci metodologici per il rilevamento di microplastiche nell'acqua potabile nell'intervallo di dimensioni di 20-5000 μm. Tuttavia, le microplastiche fini nell'intervallo di 1-20 μm hanno molte più probabilità di passare dall'intestino umano al sangue e agli organi". Per valutare l'impatto di questa omissione gli autori hanno "determinato le concentrazioni di microplastiche fino a 1 μm in 10 diverse marche di acqua in bottiglia in polietilene tereftalato (Pet) e un campione di acqua del rubinetto", rappresentativo dell'area metropolitana di Tolosa, raccolto in bottiglie di vetro e successivamente esaminato. Risultato: "Abbiamo scoperto che, sebbene tutti i campioni di acqua in bottiglia esaminati fossero conservati in contenitori in Pet, il Pet rappresentava solo una piccola percentuale delle microplastiche identificate nella maggior parte dei campioni. Ed è importante notare che il 98 e il 94% delle microplastiche misuravano rispettivamente meno di 20 e 10 μm di diametro, dimostrando l'importanza dell'inclusione delle piccole microplastiche nelle analisi e nella regolamentazione dell'acqua potabile". Lo studio presenta anche un protocollo per identificare microplastiche fino a 1 μm in qualsiasi tipo di acqua potabile indipendentemente dalla durezza e dimostra l'importanza di implementare misure di controllo della qualità. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)