(Adnkronos) – Le fake news e le teorie complottistiche che sono esplose con l'emergenza Covid – ma erano già presenti rispetto ai vaccini – hanno terreno fertile se le persone sono più ingenue e credulone "perché queste hanno più difficoltà nel discriminare tra notizie false e vere, e hanno maggiori probabilità di percepire le news false come vere e di prendere per buone le bufale sul Covid". Lo ha stabilito un lavoro dell'University College London, diviso in due studi e pubblicato su 'Plos'. L'obiettivo era quello di analizzare "i processi socio-cognitivi associati a due delle questioni più urgenti della salute pubblica globale nell'era digitale contemporanea: l'allarmante diffusione di notizie false e il crollo della fiducia collettiva nelle fonti di informazione", individuando "i possibili meccanismi psicologici che operano nel modellare le risposte degli persone alle informazioni che circolano". I ricercatori hanno esaminato come la fiducia epistemica – quella che viene sviluppata da bambini quando si costruisce la capacità di identificare l'altro nella sua individualità, si apprende a dare senso al comportamento degli altri e ad attribuirgli intenzioni – possa essere 'alterata' in alcune persone più 'sensibili' a credere alle bufale. Gli scienziati hanno quindi condotto due studi per "analizzare il ruolo della fiducia epistemica nel determinare la capacità di riconoscere le notizie false da quelle vere e la suscettibilità al pensiero cospirativo". Per farlo, i ricercatori hanno intervistato 705 persone, di cui 502 adulti, residenti nel Regno Unito. I risultati hanno rivelato che "gli individui con un'elevata credulità erano più in difficoltà nel discriminare tra notizie false e vere e avevano maggiori probabilità di percepire le news false come vere e di prendere per buone bufale sul Covid". Inoltre, i risultati hanno mostrato come la sfiducia nell'informazione ufficiale e l'essere dei creduloni si associano a "teorie assurde o complottistiche su diverse materie, ma in generale in relazione al Covid e all'esitazione nei confronti dei vaccini". Sulle cause gli autori non hanno dei 'bersagli' specifici, ma ritengono "che servano degli interventi per invertire il tasso di sfiducia e di ingenuità delle persone". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)