Sono due le mostre ‘ferraresi’ aperte da questa settimana al Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. Nei giorni scorsi hanno infatti inaugurato “Insomnia”, che vede protagonista anche Leonor Fini, artista di origini argentine che esattamente 40 anni fa era protagonista di una importante personale a palazzo dei Diamanti; e ‘Il tempo sospeso’, rassegna che vede protagonista l’argentano Aurelio Bulzatti. Entrambe sono realizzate da un’idea di Vittorio Sgarbi, la prima è curata da Denis Isaia e Giulia Tulino, la seconda Gabriele Lorenzoni.
“Dalla collaborazione col Mart e dagli scambi culturali avviati anche con altre città si continuano ad ampliare le possibilità di valorizzare l’arte ferrarese e le preziose opere delle collezioni civiche, si estende inoltre anche il potenziale bacino di pubblico che può godere dei capolavori di artisti ferraresi o di artisti presenti nelle gallerie della città”, spiega l’assessore Marco Gulinelli, esprimendo un “grazie a Sgarbi per aver dato ancora una volta centralità all’arte ferrarese nelle mostre da lui ideate”.
Fini fu una grande pittrice dalla vita avventurosa (oltre che scenografa, costumista, scrittrice, illustratrice e disegnatrice) legata al maestro ferrarese Achille Funi. Negli spazi del museo trentino sono esposti anche alcuni quadri a sua firma provenienti dalle gallerie civiche di Ferrara. Si tratta di “La Mémoire infidèle”, e “Le crépuscule du matin”, entrambi del 1979 ed entrambi realizzati con tecnica ad olio su tela. Nei prestiti d’opera della stessa autrice c’è anche un terzo lavoro, un “Ritratto di Achille Funi”, del 1929, una matita su carta.
Non solo, proveniente dalla collezione privata del ferrarese Lucio Scardino, è inoltre esposto un suo ritratto a Felicita Frai, altra artista allieva di Achille Funi che con lo stesso Funi dipinse nel 1934 la sala dell’Arengo di palazzo Municipale. Diverse le opere presenti della Fondazione Cavallini-Sgarbi, anche in un confronto con altri grandi maestri come Fabrizio Clerici, Bruno Croatto, Edmondo Passauro, Stanislao Lepri, Eugène Berman, Enrico Colombotto Rosso.
Il territorio ferrarese al Mart è rappresentato anche da Bulzatti, autore nato ad Argenta nel 1954, e interprete della nuova stagione della figurazione dei primi anni Ottanta. Attivo a Roma, è tra coloro che sperimentano e teorizzano il ritorno alla pittura, l’interesse per l’immagine evocata e lo studio delle tecniche pittoriche tradizionali. Lungo un percorso cronologico costituito da 50 opere, la mostra ripercorre l’intera carriera dell’artista, segnata da una continua evoluzione linguistica e stilistica, con alcuni inediti. Tra i dipinti in mostra c’è anche una piazza di Ro, della fondazione Cavallini-Sgarbi. Il quadro è datato 1986.