(Adnkronos) – I 'novel food' "rappresentano una categoria di prodotti alimentari che comprende cibi non tradizionalmente consumati in un'area geografica o ottenuti attraverso tecnologie innovative, come proteine derivate da insetti, carne coltivata in laboratorio, alghe e alimenti a base di fermentazione di precisione. Dal punto di vista nutrizionale, i novel food possono effettivamente avere valore, ma questo dipende dalla loro composizione specifica e dal contesto in cui vengono consumati. Ad esempio, alcuni novel food hanno un'alta densità di nutrienti, essendo estremamente ricchi di proteine di alta qualità o di vitamine e minerali come ferro, zinco e vitamina B12". Lo sottolinea all'Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, docente di nutrizione umana e nutraceutica all'Università Lum. I novel food possono essere "una valida alternativa agli alimenti tradizionali, specialmente in un mondo dove le risorse naturali sono limitate e la popolazione continua a crescere", suggerisce.
Quali sono i novel food? Secondo l'Associazione italiana novel food, nella categoria di quelli autorizzati rientrano: "Alcuni insetti, l'alga spirulina, l'olio di krill antartico, i semi di chia, il succo di frutta di noni, la polpa del frutto del baobab, il licopene, il lattitolo, l'estratto di cocco in polvere sgrassato, l'estratto di fagioli neri, oli estratti da batteri e funghi, nuove fonti di vitamina K o alimenti derivati da nuovi processi produttivi, come il trattamento con raggi Uv di pane, latte, funghi e lievito". All'elenco si deve aggiungere la novità di questi giorni: la polvere di larve intere di vermi gialli della farina (Tenebrio molitor), trattata con raggi Uv. Potrà essere venduta e impiegata per la produzione di pane, pasta, torte e altri prodotti alimentari destinati al consumo nei Paesi membri dell'Unione europea. Il via libera è arrivato dalla Commissione europea nonostante l'opposizione di una parte del Parlamento. La spirulina "è ricca di aminoacidi essenziali, antiossidanti e acidi grassi omega-3", illustra Minelli. Molti novel food sono sviluppati per rispondere alla crescente domanda di fonti alimentari sostenibili. "Ad esempio, la carne coltivata potrebbe offrire lo stesso apporto proteico della carne tradizionale, ma – rimarca l'esperto – con un impatto ambientale minore, e grazie alle tecnologie innovative è possibile creare alimenti 'su misura' per rispondere a specifiche esigenze nutrizionali, come cibi arricchiti di vitamine, probiotici o minerali".
Da tenere presente. "Ci sono ovviamente molti aspetti da considerare – prosegue Minelli – Uno riguarda l'assorbimento e la biodisponibilità dei nutrienti di cui sono composti alcuni novel food, in quanto non tutti sono facilmente assimilabili. Ad esempio, la chitina presente negli insetti potrebbe essere difficile da digerire per alcune persone – puntualizza – Inoltre, non tutti i novel food sono equilibrati dal punto di vista nutrizionale. Alcuni potrebbero essere ricchi di proteine, ma poveri di altri nutrienti essenziali, come carboidrati o fibre. Infine, essendo alimenti nuovi, potrebbero esserci rischi legati a intolleranze o allergie. Per esempio, chi è allergico ai crostacei potrebbe reagire negativamente agli insetti commestibili". I novel food "hanno il potenziale di rivoluzionare la nostra alimentazione, ma – conclude lo specialista – è importante affrontare questa innovazione con consapevolezza, considerando sia i benefici che i possibili rischi". (di Francesco Maggi) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)