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Bonaccini: “Mi candido alla segreteria del Pd. Non lasciamo la sinistra al M5S”

Il presidente dell’Emilia Romagna punta su uguaglianza, giustizia sociale, equità e solidarietà. Poi attacca il sistema delle correnti e fa appello ai territori: “Non avrò il sostegno di molti nel gruppo dirigente.“Ho deciso di candidarmi alla segreteria del Partito democratico. È il momento di esserci, di impegnarsi, di partecipare“. Così il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, intervenendo al circolo dem di Campogalliano e in diretta Facebook, ha ufficializzato la sua corsa alla guida del Pd.

BONACCINI: “PD NECESSARIO, RESTO GOVERNATORE EMILIA-ROMAGNA”

“Il Pd è necessario per la stessa qualità democratica del Paese – aggiunge il governatore -, rappresentando ideali e valori alternativi alle posizioni più conservatrici e alle derive populiste o sovraniste che abbiamo visto scorrazzare non solo qui ma anche in Europa e in tutto il mondo occidentale”. Bonaccini rassicura comunque il suo territorio: “Continuerò a fare il presidente della Regione Emilia-Romagna, perché con gli emiliano-romagnoli ho un patto di fiducia preso all’inizio del 2020 e intendo onorarlo fino in fondo”.

“Avverto il peso e la responsabilità di questa scelta – continua Bonaccini -, una traversata per un nuovo partito, capace di battere la destra ma nelle urne alle prossime elezioni. Voglio riportare il Pd al governo ma perché abbiamo vinto, dopo cinque anni di opposizione. La sinistra non nasce per amministrare l’esistente ma per rendere il mondo un mondo migliore“, insiste Bonaccini prima di elencare i valori su cui vuole rifondare il partito.

 

I VALORI DEL PD DI BONACCINI

Uguaglianza, giustizia sociale, equità, solidarietà: sono questi i valori più profondi che definiscono la nostra identità”. Il governatore dell’Emilia Romagna elenca uno per uno i contenuti con cui vuole rifondare il partito. “Per noi – spiega – davanti al bisogno di cura non ci sono ricco o povero e ciascuno ha diritto alla miglior prestazione sanitaria disponibile a prescindere dal proprio reddito. Per questo per noi la sanità è anzitutto pubblica e universalistica, non per ragioni ideologiche”.

Bonaccini prosegue: “E così per la scuola che deve tornare ad essere quell’ascensore sociale che offre a tutte le ragazze e ai ragazzi, a prescindere dalla famiglia di provenienza, le stesse opportunità. So che nei servizi dell’infanzia ci sono liste d’attesa e bambini che restano fuori, con mamme che devono lasciare il lavoro. So che abbiamo un livello troppo alto di dispersione scolastica perché mancano servizi mentre le nostre imprese chiedono più giovani formati. È una bella contraddizione… Io credo che la sinistra esista proprio per superare queste contraddizioni”.

“E ancora – aggiunge il neo-candidato alla segreteria del Pd – libertà e diritti, accompagnati sempre da altrettanti doveri: perché la cittadinanza per noi è responsabilità e la libertà vive nella legalità. Siamo la sinistra dell’emancipazione e dell’inclusione, della liberazione delle donne e della pienezza dei loro diritti, e la sinistra dell’accoglienza. A differenza di questa destra noi difendiamo il diritto di ciascuna persona di essere rispettata e riconosciuta per la propria identità. E rifiutiamo l’idea che sia lo Stato a poter stabilire come le persone debbano nascere, vivere, amare, morire“.

Infine, “siamo la sinistra dei lavori, dell’ambiente e della lotta al cambiamento climatico. E il nostro compito, in questo tempo, è fare in modo che lavoro, impresa e ambiente si tengano insieme e insieme possano crescere. Definire e saper comunicare la propria identità è essenziale, altrimenti le persone non ti riconoscono. E la sinistra, per come la intendiamo noi, non vive nelle idee astratte di convegni, ma nelle battaglie delle persone in carne ed ossa pronte a lavorare insieme per obiettivi comuni. Stando dove la gente vive, studia, lavora”, conclude Bonaccini.

 

BONACCINI: “È IN GIOCO LA VITA DEL PD”

“In gioco per la prima volta da quando è nato c’è la vita stessa del nostro partito, e non la mia candidatura o il mio destino personale”, avverte Bonaccini. E “sentire evocare lo scioglimento del Pd, mettere in discussione le ragioni per cui il Partito democratico lo abbiano fondato, mi colpisce nel profondo. Non accetto che noi si resti paralizzati sotto i colpi della destra, di questa destra, che governa, o delle altre opposizioni che tentano di dilaniarci. Questo no, a me non sta bene. Lo dico per me, per noi, per la nostra storia. Se permettete, cosa vogliamo o dobbiamo fare lo decidiamo noi“.

BONACCINI: “NON DELEGHIAMO AI 5 STELLE DI RAPPRESENTARE LA SINISTRA”

“Ho il massimo rispetto per le altre forze di opposizione – premette Bonaccini – ma non deleghiamo ai 5 Stelle di rappresentare la sinistra, così come al Terzo polo di rappresentare i moderati: il Pd nasce come partito di centrosinistra e questo spazio adesso ce lo andiamo a riprendere noi. Siamo all’opposizione e dobbiamo tornare ad essere un partito da combattimento, capace di fare battaglie in Parlamento e nella società, con l’obiettivo di strappare voti anche agli avversari e di far tornare alla politica parte dei troppi che si sono astenuti”.

BONACCINI: “LE CORRENTI NON FUNZIONANO”

Da Bonaccini arriva anche una stoccata alle correnti dem: “Non chiederò a nessuna corrente di sostenermi né accetterò il sostegno di qualsivoglia corrente. Io non mi sono mai iscritto ad una corrente e lo voglio dire ai più giovani: si vive benissimo lo stesso, direi anche meglio“. È uno dei punti centrali del discorso di Stefano Bonaccini nel presentare la sua candidatura alla segreteria del Pd.

Il presidente dell’Emilia Romagna evoca un ritorno “all’antico: non possiamo più permetterci di selezionare le classi dirigenti attraverso le correnti. Né di organizzare il partito stesso e il suo funzionamento attraverso le correnti. Né di fare le candidature per correnti. Semplicemente perché il meccanismo, come abbiamo visto, non funziona: alla lunga non seleziona il merito ma la fedeltà, non produce unità e sintesi ma frammentazione, non porta consensi ma, anzi, ne fa perdere. E si può lo stesso trovare lo spazio per fare cose importanti”.

Bonaccini esorta il partito: “Io credo che serva un gruppo dirigente nuovo. E noi lo abbiamo nel territorio, nelle regioni, nei Comuni. C’è una classe dirigente diffusa che può e deve essere valorizzata”.

BONACCINI RINGRAZIA LETTA

“Ringrazio Enrico Letta per quanto ha fatto e sta facendo”, sottolinea Bonaccini in un passaggio del suo discorso per la candidatura alla segreteria del Pd. Ma il presidente dell’Emilia Romagna non ha condiviso l’iniziale agenda congressuale: “La scelta di una fase costituente era giusta ma i tempi inizialmente prospettati erano molto lunghi. Non perché non abbiamo bisogno di discutere, e ci mancherebbe, ma perché immaginare di stare cinque mesi in un congresso mentre la destra governa e l’opposizione fatica a prendere quota rischiava davvero di essere una strada senza ritorno“.

“Io – aggiunge il candidato alla segreteria dem – sono il più convinto che ci sia tanto da rifare e da rigenerare, ma dico subito che non basterà un congresso: ci aspetta una traversata nel deserto. Perché il nostro compito è far tornare ad essere il Pd un grande partito popolare, radicato nella società, a vocazione maggioritaria, perno di un nuovo centrosinistra capace di battere la destra nelle urne alle prossime elezioni. Ed essere riferimento per la famiglia socialista e democratica europea”.

BONACCINI: “CERCO SOSTEGNO DEI SINDACI E AMMINISTRATORI”

Bonaccini conclude con un appello al popolo dem: “Chiederò una mano particolare a sindaci, amministratori locali, al gruppo dirigente diffuso sul territorio, ai tanti segretari di circolo che per pura passione e spirito di servizio dedicano intere giornate della loro vita per tenere insieme comunità e militanti. Anche perché mi è abbastanza chiaro che non avrò il sostegno di molti nel gruppo dirigente nazionale“, è la postilla finale diretta al Nazareno.

www.dire.it

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