Diecimila alloggi nei prossimi 10 anni da realizzare sia con fondi pubblici che insieme ai privati. È quanto previsto dal Piano per l’abitare presentato dal Comune nella tre giorni “Abitare, Salute e Conoscenza per la Grande Bologna” del 5, 6 e 7 aprile.
Cosa prevede il Piano per l’abitare
- Un investimento da parte del Comune di 200 milioni di euro, con risorse già reperite, per la realizzazione nei prossimi anni di circa 3 mila alloggi dedicate alle fasce più marginali, agli studenti, a chi cerca un affitto a canone agevolato.
- Altri alloggi, circa 2 mila, saranno realizzati insieme a Regione Emilia-Romagna, Università di Bologna e privati per accogliere le alte professionalità che arriveranno a Bologna attirate dalla presenza del Tecnopolo e delle aziende del territorio.
- I restanti alloggi saranno di edilizia privata.
“Nei prossimi 10 anni si possono liberare o realizzare circa 10 mila alloggi grazie a un investimento straordinario – ha spiegato il sindaco Matteo Lepore -, l’obiettivo è non cedere la proprietà delle aree ai grandi fondi speculativi, ma anzi tornare a un’idea di acquisizione di diverse aree che possono essere rimesse in gioco. Già nello scorso mandato abbiamo detto no al consumo di suolo. Ora la sfida è rigenerare le aree dismesse. Stiamo acquisendo aree ferroviarie coi fondi del Pnrr e stiamo chiudendo un accordo col Demanio per la Stamoto e per la caserma Perotti. Parte quindi una nuova stagione che definirei, come quella gloriosa degli anni ’60 e ’70 dell’urbanistica riformista, dell’urbanistica progressista. Per affrontare la forte tensione abitativa serve un grande piano per la casa in questo Paese, con fondi pubblici. Bologna dà come apripista questo segnale. Saremo la città che più investe in Italia sul diritto alla casa”.
Le 5 strategie del Piano per l’abitare
1. Tre grandi Poli per una nuova idea di abitare:
- Al Lazzaretto, un grande comparto in trasformazione da diversi anni, verrà realizzato – su aree del Comune – un primo significativo intervento residenziale pubblico per l’affitto permanente. Entro il 2023 verrà bandito un concorso di progettazione, per avviare il programma di realizzazione di circa 280 alloggi, di cui circa 92 a servizio di un nuovo studentato pubblico. Un luogo che potrà così dare risposta a circa 600 persone oltre a 180 studenti meritevoli e a basso reddito.
- All’ex Scalo Ravone, tra via Casarini e la ferrovia, con risorse del PNRR, è già in fase di progettazione il “distretto dell’innovazione e dell’economia collaborativa”: 9.000 mq di superficie per circa 130 alloggi. Metà dei quali verrà realizzato direttamente dal Comune, con un investimento previsto di 11 milioni di euro. L’altra metà verrà realizzata tramite un bando rivolto agli operatori del mercato.
- Sull’ex Caserma Stamoto, tra via Massarenti e viale Felsina, insieme all’Agenzia del Demanio il Comune firmerà un protocollo d’intesa; la vocazione di quell’area è di usi misti, con una forte componente abitativa, anche sociale, una grande area verde, residenze per studenti ed altri servizi, compresi quelli sportivi. Questo percorso verrà fatto anche con un forte coinvolgimento dei cittadini e del Quartiere per definire gli usi e le funzioni più idonee rispetto ai bisogni.
2. Sperimentazione di forme di abitare collaborativo. Si tratta di cinque edifici pubblici, oggi a diversi stadi di maturazione:
- In Via Fioravanti 24, con un investimento 5,5 milioni, verrà realizzata la prima comunità energetica di autoconsumo collettivo in un edificio pubblico ad energia quasi zero.
- All’ex Clinica Beretta in via XXI Aprile 15, nascerà un condominio solidale per affrontare i temi dell’intergenerazionalità e dell’intersezionalità.
- In via Capo di Lucca 22 verrà realizzato un cohousing dedicato a giovani e famiglie, con una formula che prevederà l’intervento diretto della comunità stessa per una certa parte di lavori di autorecupero.
- In via Barontini 17, con Acer (proprietaria dell’immobile) si sta progressivamente realizzando un condominio collaborativo. Il Comune, nello stesso immobile, ristrutturerà altri 10 alloggi per famiglie con redditi intermedi.
- Per Villa Celestina, in via Boccaccio – bene confiscato alla criminalità e assegnato al Comune – entro quest’anno verrà bandito un concorso di progettazione per trasformare l’edificio e ospitare una comunità di abitanti che promuova il contrasto a tutte le mafie.
3. Tre programmi per rigenerare l’Edilizia Residenziale Pubblica:
- Sfitto Zero è il programma di ristrutturazione di 600 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica oggi sfitti per carenze manutentive, che vale circa 12 milioni di euro.
- Contrasto alla povertà energetica, per il miglioramento della performance energetica e la produzione da fonti rinnovabili negli edifici di Edilizia Residenziale Pubblica. Da una prima valutazione ci sono 2,5 ettari di tetti in 144 fabbricati pubblici potenzialmente disponibili all’installazione di pannelli fotovoltaici.
- Riduzione delle disuguaglianze nei caseggiati popolari è il programma per incrementare i servizi d’inclusione e coesione sociale, con attenzione anche alla prevenzione delle fragilità sanitarie.
4. Una nuova governance per l’edilizia sociale:
- Incentivi agli interventi privati che realizzano quantità di Edilizia sociale maggiori di quelle richieste dal Piano Urbanistico.
- Costituzione di un fondo per l’edilizia sociale, alimentato da risorse ricavate dal trasferimento dell’obbligo di realizzazione di Edilizia sociale e da altre risorse pubbliche,
- Creazione dell’Agenzia Sociale per l’affitto con l’obiettivo di intercettare una parte degli alloggi che già transitano per il mercato privato e favorire la rimessa nel circuito dell’affitto gli alloggi sfitti o ad uso turistico, per locarli a canoni ridotti a soggetti e famiglie con redditi intermedi, a fronte di incentivi pubblici diretti ai locatori (contributi, garanzie e altro).
5. Attrazione e retention di talenti nazionali e internazionali
Un’alleanza municipalista per una politica nazionale sulla casa
Durante la tre giorni, 11 città si sono riunite a Bologna, insieme all’Anci nazionale, ed hanno avanzato 5 proposte al Governo per una politica nazionale della Casa:
- Una legge quadro sull’Edilizia Residenziale Pubblica e Sociale.
- L’assegnazione gratuita ai Comuni degli immobili (aree ed edifici) di enti statali o parastatali inutilizzati.
- Il rifinanziamento del Fondo nazionale locazione e del Fondo nazionale morosi incolpevoli.
- Una legge nazionale di regolamentazione delle piattaforme turistiche.
- Una misura nazionale che riconosca strutturalmente l’emergenza abitativa e l’homelessness.
(Foto di Margherita Caprilli)