Sono diciannove le attività sostenute economicamente dal bando comunale “Ferrara rinasce con le imprese del centro storico Unesco entro Mura”.
In elenco, tra le 19, ci sono anche quattro nuove aperture; in cinque casi si tratta di insediamenti in locali che erano sfitti, con conseguente effetto di riqualificazione. Tra i diciannove ammessi, inoltre, sono 14 le imprese beneficiarie femminili e giovanili (una titolare è nata nel 1999). Tra gli imprenditori uno è del 1998.
Il bando – realizzato dall’Amministrazione con la Camera di Commercio e attivo dall’8 marzo al 9 maggio – ha assegnato circa 83mila euro a 19 realtà del centro storico (20 quelle candidate), con contributi massimi di 5 e 10mila euro per la riqualificazione dei locali o l’avvio di nuove attività. Numeri illustrati oggi in conferenza stampa dal sindaco Alan Fabbri, dall’assessore Matteo Fornasini, con il commissario straordinario della Camera di Commercio di Ferrara Paolo Govoni e il segretario generale Mauro Giannattasio.
Invitate inoltre anche le aziende ammesse a contributo e le associazioni di categoria.
Fabbri e Fornasini hanno anche annunciato nuove iniziative per “il supporto al mondo delle piccole imprese di tutto il territorio, soprattutto quelle giovanili, all’imprenditoria femminile e con specifico riguardo alle botteghe”. “Al bilancio 2022, che conta 250mila euro già presenti per promuovere l’imprenditoria e sostenere le attività, aggiungeremo altri 250mila euro frutto delle economie dei primi bandi avviati quest’anno. Nel complesso, così, nel 2022 potremo assegnare circa 500mila euro”, ha spiegato il sindaco Fabbri.
Le quattro nuove attività che hanno beneficiato di un contributo comunale per la prima apertura sono: una boutique del settore abbigliamento e dell’usato (La Boheme boutique), un negozio di utensili per la casa, cristalleria e vasellame (Lineare), un’attività di commercio al dettaglio di bigiotteria (La Pol) e una di oggetti di artigianato (Renovarte). Altre 15 attività, già esistenti, potranno beneficiare dei contributi per la riqualificazione dei locali.
L’assessore Fornasini ha sottolineato che “l’attenzione al mondo del lavoro passa dal sostegno all’impresa, che è generatrice di lavoro”, ha rimarcato la “soddisfazione per aver contribuito, in parte, a nuove aperture di attività e alla riqualificazione di alcune esistenti, in tempi non certo facili, tra impennate dei costi e crisi globale del settore”, complimentandosi anche con i titolari delle iniziative imprenditoriali che hanno beneficiato degli stanziamenti comunale.
L’assessore ha inoltre sottolineato che “ulteriori possibilità di accedere ai fondi saranno attivate nei prossimi mesi, per estendere ulteriormente le opportunità, soprattutto per le micro e piccole imprese, con specifica attenzione ai giovani e all’imprenditoria femminile, in tutto il territorio”.
“La produttività delle imprese cresce con gli investimenti, ma solo per il 36% delle aziende ferraresi il problema degli investimenti è legato alle risorse disponibili”, ha detto il commissario straordinario della Camera di commercio, Paolo Govoni, spiegando che “per il 64% delle piccole e medie imprese il problema non sono le risorse, ma quali investimenti fare e come farli. E questi bandi (per i quali ringrazio il sindaco, l’assessore e l’intera giunta per aver voluto che a gestirli fosse la Camera di commercio) vanno nella giusta direzione: supportare e affiancare, con il supporto prezioso delle associazioni di categoria, il sistema delle imprese affinché colga le molteplici opportunità messe in campo”.
“Semplificazione, trasformazione digitale e innovazione, sostenibilità, mercato del lavoro, imprenditorialità e internazionalizzazione sono i cinque temi sui quali la Camera di commercio continuerà a dare il proprio contributo per fare dell’impresa un elemento chiave di crescita economica per tutta la provincia. Ma le imprese, per competere, hanno bisogno di poter contare su una macchina pubblica veloce ed efficiente. Stimiamo, al riguardo, che una riduzione anche solo del 25% delle procedure amministrative comporterebbe un aumento del PIL nazionale, entro il 2026, dell’1,8%”.