Lo Csac-Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma ha realizzato l’Archivio dal vivo, un nuovo percorso che si snoda all’interno dell’Abbazia di Valserena ridisegnando completamente gli ambienti dell’archivio, intesi non più come luoghi a sé stante, ma integrati con lo spazio espositivo.
Il progetto è stato realizzato grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna.Le visite per il pubblico prenderanno il via il 23 novembre, solo su prenotazione.
L’Archivio dal vivo – titolo suggerito da Jeffrey Schnapp, storico, designer e figura di riferimento nel campo delle digital humanities – è il punto di arrivo di un percorso avviato nel 2015, quando è stato creato uno spazio espositivo permanente all’Abbazia di Valserena, sede dello Csac, al cui interno sono conservati oltre 12 milioni di materiali originali della comunicazione visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana. L’abbazia cistercense si è trasformata da luogo esclusivo della conservazione, dello studio e della catalogazione di opere e fondi di arte, fotografia, media, progetto e spettacolo, a spazio multifunzionale dove si integrano un Archivio, un Museo e un Centro di Ricerca e Didattica. Negli ultimi sei anni l’immenso patrimonio di opere, immagini, plastici, oggetti, abiti è stato animato grazie alla promozione di residenze d’artista, laboratori museali, workshop, summer school con l’obiettivo di ‘riattivare l’archivio’, inteso come spazio fisico ma anche come enorme potenziale culturale e conoscitivo.
L’archivio Csac sarà inoltre luogo di sperimentazione anche per i curatori e i conservatori, che potranno proporre nuove modalità di lettura delle collezioni. La prima occasione è rappresentata dal progetto ‘Secondi tempi’ di Eva Marisaldi, che fino al 26 febbraio si porrà in dialogo con gli spazi dell’Archivio dal vivo, attraverso l’installazione di un video e la disseminazione di oltre 60 piccole stampe su alluminio che riproducono frammenti della raccolta personale dell’artista.
(ANSA).