Il ricercatore egiziano, accusato di diffusione di notizie false, è stato arrestato nel febbraio 2020 e attualmente è libero ma non può lasciare il Paese
È stata rinviata ancora l’udienza del processo per Patrick Zaki, che dovrà attendere il 27 settembre per difendersi dall’accusa di diffusione di false notizie in Egitto e all’estero, e forse per poter ottenere la sentenza dei giudici di Mansoura, sua città natale. Lo confermano all’agenzia Dire fonti vicine al ricercatore egiziano dell’Università di Bologna, arrestato nel febbraio 2020 e a piede libero dal dicembre scorso.
NOURY (AMNESTY): “PATRICK INTRAPPOLATO DA ACCUSE ORWELLIANE”
“Siamo a 28 mesi, e abbiamo appena saputo che arriveremo a 31, che Patrick Zaki è intrappolato in un meccanismo giudiziario arbitrario che, di rinvio in rinvio, continua a privarlo della sua completa libertà. Uno stillicidio inumano”. Con queste parole il portavoce di Amnesty International Riccardo Noury commenta la notizia del rinvio al 27 settembre dell’udienza di Patrik Zaki, il ricercatore di 31 anni che affronta un procedimento per “diffusione di false notizie” in merito a un articolo pubblicato nel 2018 sulle violenze contro i copti in Egitto.
Per il portavoce, la vicenda giudiziara di Zaki, che prosegue dal febbraio 2020, “è un periodo esorbitante, in cui il tempo di Patrick si è fermato, un periodo di tempo che di per sé è una punizione considerato che Patrick è accusato di un reato dal sapore orwelliano: ‘diffusione di notizie false’ per aver scritto la verità”. Il riferimento è al romanzo distopico di George Orwell ‘1984’, dove si narra di una terribile dittatura in cui il ministero della Verità è incaricato di riscrivere la storia cancellando dati ed elementi del passato e del presente, in linea con la narrativa dominante presentata dal regime.
IL RETTORE: “DECISIONE CHE CI DELUDE E ANGOSCIA”
“Un ennesimo rinvio che ci delude e rinnova l’angoscia di Patrick e di tutti noi“. Così il Rettore dell’Alma Mater Giovanni Molari dopo l’ennesimo rinvio per il processo a carico di Patrick Zaki, vicenda giudiziaria che si trascina ormai da oltre due anni. E di cui non si vede la fine: benché dallo scorso 8 dicembre lo studente dell’Università di Bologna non sia più in carcere, Patrick resta ancora in attesa che la sua vicenda giudiziaria trovi una conclusione. “Speriamo almeno che per Patrick ci sia, in attesa della definitiva liberazione, la possibilità di viaggiare e di tornare a Bologna per proseguire i suoi studi. La sua Università non vede l’ora di riabbracciarlo, e nel frattempo continuerà a impegnarsi perché l’attenzione nazionale e internazionale rimanga desta, a tutela di Patrick”, afferma Molari.
“A ogni rinvio l’amarezza è più forte”, aggiunge il Delegato dell’Ateneo per studentesse e studenti, Federico Condello, “ma non viene mai meno la speranza che a Patrick sia riconosciuta la giustizia che attendiamo, né la volontà di fare tutto il possibile per riaverlo con noi”. Molari, che aveva voluto proprio Patrick come ospite per l’inaugurazione dell’anno accademico 2022-2023, qualche giorno fa aveva avuto modo di dialogare con Patrick Zaki, assieme alla Coordinatrice del Master Gema Rita Monticelli, nel corso di un incontro pubblico cittadino in piazza Maggiore, durante il quale la città ha rinnovato il suo affetto e l’impegno per la liberazione dello studente. Patrick, lo scorso 16 giugno, ha compiuto 31 anni: gli auguri dell’Alma Mater gli sono giunti dallo stesso Rettore.
LEPORE: “ENNESIMO RINVIO CHE FA MALE”
“Non è purtroppo l’esito che ci aspettavamo, soprattutto dopo due anni di una vicenda giudiziaria dai contorni indefiniti che ai nostri occhi appare sempre meno comprensibile. Un rinvio che fa male, soprattutto dopo aver visto e condiviso con Patrick l’entusiasmo e la voglia di riprendere presto i suoi studi in presenza a Bologna”. Così il sindaco di Bologna Matteo Lepore dopo l’ennesimo rinvio per il processo a carico di Patrick Zaki a cui poche sere fa, in piazza, Bologna ha mandato un saluto affettuoso e un incoraggiamento “con un grande applauso”, ricorda il primo cittadino. “A Patrick vorrei dire anche oggi: non mollare, l’abbraccio di Bologna è per te, ti aspettiamo fiduciosi di poter festeggiare la fine di questo incubo”, afferma infine il sindaco.