L’azienda riminese di organizzazione eventi ha 30 anni di esperienza nel settore.
Questi risultati testimoniano il profondo impegno dell’azienda verso valori fondamentali come la sostenibilità e l’inclusività. Per Adria Congrex, la sostenibilità non si limita alla riduzione dell’impatto ambientale, ma si traduce in una visione olistica che integra aspetti sociali, economici e ambientali, promuovendo un impatto positivo su tutta la comunità.
Allo stesso modo, la Politica per la Parità di Genere è stata sviluppata per valorizzare le competenze e le potenzialità di ogni individuo, indipendentemente dal genere, contribuendo a un ambiente di lavoro equo e stimolante. Con un team composto per oltre l’80% da donne e guidato da due direttrici – operativa e commerciale – l’azienda dimostra concretamente il proprio impegno verso la valorizzazione della leadership femminile. Questa visione riconosce che la diversità arricchisce il team e favorisce innovazione, creatività e crescita aziendale.
“Dopo un percorso lungo e impegnativo, possiamo finalmente celebrare questo risultato – spiega la direttrice commerciale e marketing Anna Lisa Fuligni –. Questi riconoscimenti non sono solo due certificati da appendere al muro, ma rappresentano un punto di partenza per continuare a migliorarci, come team e come azienda. Vogliamo essere un esempio concreto di come l’organizzazione di eventi possa combinare eccellenza e responsabilità.”
Ogni evento organizzato da Adria Congrex è pensato per lasciare un segno positivo: non solo riducendo l’impatto ambientale attraverso l’applicazione di principi di economia circolare, ma anche supportando le comunità locali attraverso progetti sociali.
Innovazione e creatività sono nel DNA di Adria Congrex. Grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, come l’intelligenza artificiale per ottimizzare la gestione degli eventi, e a un team affiatato e visionario, l’azienda ridefinisce il concetto di evento moderno. “Non ci limitiamo a organizzare eventi: creiamo esperienze che ispirano, connettono e rimangono nel cuore di chi le vive” – conclude Fuligni.