A Bologna sono iniziati i lavori per costruire il museo del basket italiano. L’annuncio è stato dato ufficialmente oggi dall’assessore allo sport Matteo Lepore, anche se già nelle scorse settimane sono state effettuate le prime demolizioni.Il progetto, in quella che per tradizioni sportive è considerata la Basket City italiana, era stato annunciato a inizio 2019, con la speranza di arrivare all’ inaugurazione a inizio 2020. Complice la pandemia non è andata così, ma ora è iniziato il conto alla rovescia: il Mubit (acronimo di Museo del basket italiano) richiederà 8-10 mesi di lavori tra cantiere, ristrutturazione e allestimento. Costo totale, 1,05 milioni. Inaugurazione, nelle speranze di Lepore, “entro quest’anno”.
La location è il tempio della palla a spicchi bolognese: il PalaDozza, storico palazzo dello Sport in piazza Azzarita costruito nel 1956, che al termine dei lavori ospiterà una ‘agorà’ del basket italiano con aree didattiche per giovani, scuole e famiglie, oltre che uno spazio eventi per gli addetti ai lavori. Gli spazi del museo occuperanno circa 400 metri quadrati. L’area che ospitava gli uffici del Coni sarà dedicata a mostre temporanee e contributi multimediali. Sulla terrazza che si affaccia su piazza Azzarita sarà costruito un piccolo playground. “Il PalaDozza aprirà le porte a tifosi, atleti e a chiunque vorrà scoprire la storia italiana del basket – commenta Lepore – Sarà un elemento attrattivo per la zona e per l’intera città. Un modo per ripartire e attrarre turismo ed economia”.
Il progetto del museo è sviluppato insieme alla Fip (Federazione italiana pallacanestro) il cui presidente, Giovanni Petrucci, è intervenuto oggi alla conferenza stampa di presentazione: “Bologna sta tornando quello che è sempre stata: quando dicono Basket City, certamente lo è”, il suo commento.
“Ci esalta – sottolinea Petrucci – che la nascita del Museo del basket coincida con il centenario della Federazione. Ci inorgoglisce che un ente museale, in una città che ama il basket, sia una forte testimonianza di quello che siamo stati e che riesca anche a dare importanti indicazioni per il futuro”.