di Sara Esposito
Visto il grande successo di pubblico, la mostra “Un piede nell’Eden. Luigi Ghirri e altri sguardi. Giardini in Europa e L’Architettura degli Alberi” a Palazzo dei Musei a Reggio Emilia è prorogata fino al 10 marzo.
Curata da Ilaria Campioli, l’esposizione è promossa dal Comune di Reggio Emilia (Musei Civici, Biblioteca Panizzi) in collaborazione con Archivio Eredi Luigi Ghirri e Fondazione Archivio Leonardi. L’iniziativa vede Crédit Agricole Italia in veste di Cultural Partner e il contributo Art Bonus di Iren.
Un piede nell’Eden. Luigi Ghirri e altri sguardi. Giardini in Europa e L’Architettura degli Alberi”presenta tre esperienze autonome che si svolgono all’incirca negli stessi anni e in cui fotografia, disegno e grafica fungono da dispositivi privilegiati nel ricollocare la natura all’interno del nostro orizzonte percettivo.
La prima sezione, dedicata all’opera di Luigi Ghirri, presenta 59 immagini realizzate prevalentemente in parchi e giardini fra il 1984 e il 1988, luoghi in cui, secondo l’autore, è possibile rivivere e sperimentare un sentimento di appartenenza con la natura. Fin dagli inizi, la ricerca fotografica di Luigi Ghirri si caratterizza per un forte interesse verso l’elemento naturale del quale non manca di cogliere e mettere in luce le numerose contraddizioni. Da Colazione sull’erba, serie realizzata fra il 1972 e il 1974, in cui Ghirri opera una potente riflessione sulla trasformazione della natura in puro elemento decorativo, attraverso Un piede nell’Eden, che accoglie lavori realizzati fra il 1984 e il 1988 in diversi parchi e aree verdi d’Italia e d’Europa, l’antropizzazione dell’elemento naturale e la progressiva scomparsa delle aree verdi alle porte delle città lo guidano alla ricerca di una nuova immagine in grado di restituire la complessità di un paesaggio in via di sparizione.
La seconda sezione propone una selezione di 81 fotografie provenienti da Giardini in Europa, mostra collettiva realizzata nel 1988 con la curatela di Luigi Ghirri e Giulio Bizzarri, in cui sono presentati gli esiti delle ricerche condotte da tredici artisti internazionali (Andrea Abati, Olivo Barbieri, Giovanni Chiaramonte, Joan Fontcuberta, Mimmo Jodice, Gianni Leone, Francesco Radino, Olivier Richon, George Tatge, Ernesto Tuliozi, Fulvio Ventura, Verena Von Gagern e Cuchi White) in aree verdi in Italia e all’estero. L’obiettivo – come dichiara lo stesso Ghirri nel testo introduttivo del piccolo catalogo che accompagna la mostra – non risiede nella ricerca di un’unità stilistica ma, soprattutto, di “sentimenti” per rimettere al centro il senso di appartenenza nei confronti di quei luoghi, riconoscendone così l’importanza e la centralità per la vita delle città e delle comunità.
La terza parte della mostra racconta l’enorme sforzo messo in campo dai due architetti Cesare Leonardi e Franca Stagi per il riconoscimento delle caratteristiche proprie di ogni essenza e per il corretto inserimento degli alberi nei progetti di giardini e aree naturali. Una lunga e meticolosa ricerca, condotta attraverso diversi medium e durata più di vent’anni, percorrendo l’Italia da sud a nord confluita ne L’Architettura degli Alberi di Cesare Leonardi e Franca Stagi, opera monumentale pubblicata nel 1982 per lo studio e la conoscenza della struttura degli alberi. Il volume, realizzato in occasione della mostra allestita a Reggio Emilia nel 1982, è considerato ancora oggi un insuperato strumento per la progettazione del verde e presenta gli straordinari disegni di oltre 212 specie arboree in scala 1:100. La dettagliata ricerca dà vita ad un suggestivo archivio fotografico di oltre quattromila diapositive a colori in formato 24×36 e 6×6, poi ordinato per specie.
L’insieme delle ricerche proposte in mostra testimoniano di un rinnovato interesse che si sviluppa a partire dalla fine degli anni Settanta nei confronti delle aree verdi, in cui il giardino riappare nel suo spessore ideologico ed ecologico ma anche mnemonico, storico e culturale, come espressione di una nuova forma di sensibilità nei confronti della natura e del passato, oggi definibile come “Patrimonio verde”.
La mostra vede anche la preziosa collaborazione di Mariella Stagi Scarpa, Paolo Stagi, Stefano Stagi e la Biblioteca Civica d’Arte Luigi Poletti di Modena.
La grafica della comunicazione e della mostra è stata curata da ISIA Urbino.
Luigi Ghirri (Scandiano, 1943 – Reggio Emilia, 1992) è considerato uno dei più importanti fotografi europei del XX secolo. Il suo lavoro affronta i codici della fotografia: le sue immagini non sono atti di mimesi o semplici riproduzioni, ma modi di esplorare la realtà, sottolineando il carattere fittizio della visione e della rappresentazione. La sua cultura figurativa ha radici nelle poetiche del Novecento, dall’objet trouvé dadaista all’arte concettuale, fino alla pop art americana, mentre in campo fotografico i suoi punti di riferimento sono i fotografi della scuola americana e francese. All’intensa attività espositiva, Ghirri affianca l’idea di un importante lavoro di promozione culturale con la messa a punto di progetti editoriali sviluppati all’interno della casa editrice Punto e Virgola e con l’organizzazione di mostre come Iconicittà (1980), Viaggio in Italia (1984) e Esplorazioni sulla via Emilia (1986), pietre miliari nella storia della fotografia contemporanea italiana che lo vedranno al centro di un animato dibattito.