Il presidente dell’Anci critica i tagli ai Comuni e lancia l’allarme sul possibile “rischio di tensioni sociali”. E sul Pnrr dice: “C’è stato un momento in cui la fiducia istituzionale si è incrinata”.
“Con la legge di bilancio che è stata appena presentata, per la prima volta dopo sette anni si torna a parlare di tagli per i Comuni. All’orizzonte vediamo il rischio di tornare a una impostazione restrittiva con il rischio che cresca un clima di tensione e di crisi sociale“. Così il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, nel corso dell’assemblea dei sindaci.
“PER UN MOMENTO FIDUCIA ISTITUZIONALE SI È INCRINATA”
“Fin dal primo giorno, per noi sindaci quella del Pnrr è stata una partita da giocare indossando una sola maglia e nessun’altra: la maglia dell’Italia. Abbiamo capito subito che la responsabilità di investire quella mole di risorse era tale da non lasciare spazio a calcoli o tatticismi, e che ci saremmo riusciti solo lavorando insieme, ognuno per la propria parte. Per questo, lasciatemelo dire, è stata una doccia fredda apprendere la volontà di spostare i soldi europei dai programmi che interessano i comuni. C’è stato un momento, dico la verità, in cui la fiducia istituzionale si è incrinata“. Così il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, nel corso dell’assemblea dei sindaci.
“HO SCRITTO A MELONI PER TERZO MANDATO SINDACI”
“Siamo l’unica figura istituzionale che per candidarsi in parlamento deve dimettersi sei mesi prima e che è soggetta al limite dei mandati. Qualche settimana fa ho scritto nuovamente alla Presidente del Consiglio Meloni chiedendole un incontro per discutere di quell’ordine del giorno che abbiamo votato all’unanimità nel Consiglio nazionale dell’Anci”, ha detto ancora Decaro nel corso dell’assemblea dei sindaci, riferendosi al terzo mandato dei sindaci.
“L’ITALIA CONTA SUI SINDACI, DALLE CITTÀ RIPARTE FIDUCIA”
“E’ dai Comuni, dalle città, dai paesi, che riparte la fiducia. Una fiducia non astratta, ma fondata su lavoro concreto, consapevole della forza da cui trae origine”. Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Genova alla cerimonia di apertura della 40° Assemblea annuale dell’Anci.
“Celebriamo i cent’anni dalla nascita di Italo Calvino e siamo qui in Liguria, la regione dove, da giovane, si è formato. Ne ‘Le città invisibili’ – cita Mattarella – Calvino sogna e descrive luoghi immaginari, dove però il reale è vivo e l’ideale continuamente lo interroga e lo sfida. ‘La città ti appare come un tutto in cui nessun desiderio va perduto, e di cui tu fai parte’. I nostri centri abitati sono storia, progetto, impegno, speranza, percorso verso il futuro. Ciascuno di voi si propone di lasciarli più belli, più vivibili, più civili di quando li ha avuti affidati dal consenso elettorale. Un sogno e una promessa che ciascuno di voi avrà certamente fatto a se stesso. I Comuni sono i luoghi di democrazia dove questo percorso può essere condiviso. L’Italia conta su di voi“.
MATTARELLA: “COMUNI PRIMO BANCO DI PROVA DEMOCRAZIA, NO SCORCIATOIE SU RISORSE”
“I Municipi sono stati centro e protagonisti dei processi di grande modernizzazione. Sono permanenti laboratori di nuova partecipazione democratica e il pensiero corre al vissuto del decentramento amministrativo nei quartieri nelle grandi città e nelle frazioni nei Comuni che si sviluppò negli anni Sessanta del secolo scorso, capace di promuovere progetti civici. I Comuni sono il primo banco di prova della vitalità di una democrazia e sarebbe un errore privilegiare scorciatoie su questo terreno“.
Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Genova alla cerimonia di apertura della 40° Assemblea annuale dell’Anci.
Mattarella spiega che “i Comuni sono termometri immediati dello stato di salute della nostra comunità. Indicatori sensibili di quali effetti possono provocare situazioni di crisi, scarsità di risorse, scelte compiute a livello regionale e statale. Ne sono testimonianza i temi dell’intervento del presidente Decaro. I Comuni, con le loro esperienze, sono la prefigurazione – nell’attenzione alle necessità e nella ricerca di risposte – di ciò che, sovente, viene poi raccolto nella legislazione e in atti di governo”. Poi aggiunge: “Lo sono stati sin dallo sviluppo dell’unità d’Italia quando temi come la conoscenza dei fenomeni sociali venne affidata alla Unione Statistica delle Città Italiane (l’ISTAT sarebbe venuta decenni dopo l’USCI) o quando, per corrispondere all’ansia di sviluppo delle città e alla elevazione delle condizioni di vita degli abitanti, si dette avvio a formule allora nuove sul terreno di servizi come l’acqua potabile, l’assistenza e la salute, l’energia e i trasporti, l’edilizia popolare, l’istruzione tecnica: esempi di welfare locale”.
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