La tutela di un settore a rischio come quello del miele non può prescindere dalla corretta remunerazione degli apicoltori. Offrire loro un compenso congruo permette di liberare risorse da investire per migliorare la qualità del prodotto, assicurare il benessere delle api e garantire il futuro di un comparto strategico per l’intero sistema agroalimentare e per l’ambiente.
– Tutelare la filiera del miele parte dalla corretta remunerazione degli apicoltori italiani. Sono loro i primi protagonisti di un comparto che rappresenta oggi un vero e proprio termometro della salute del settore agroalimentare e dell’ambiente.
Da questi presupposti nasce la decisione di Apicoltura Piana che ha identificato in 5,20 euro per ogni chilo di miele millefiori conferito dagli apicoltori del nostro Paese, la soglia sotto la quale è impossibile riconoscere il loro prezioso lavoro. Questa scelta inedita nasce per sostenere gli apicoltori in un momento critico per il settore, garantendo loro il recupero dei costi di produzione. Si tratta di una prima azione che, dal prossimo anno, sarà soggetta a rivalutazione con l’obiettivo di definire una soglia minima ancora più premiante, che sia in grado di generare i margini necessari da investire in processi sempre più qualitativi e sostenibili sotto il profilo della salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità.
Anche in una filiera antica come quella del miele, infatti, è oggi cruciale introdurre tecnologie digitali e pratiche innovative che supportino un settore che, sia per effetto della volatilità economica sia a causa della crisi climatica, rischia di entrare in forte sofferenza.
Rendere attrattivo il mestiere dell’apicoltore anche dal punto di visto dei margini di guadagno è, inoltre, essenziale per consentire a un numero crescente di giovani di avvicinarsi a questo settore, assicurando il ricambio generazionale necessario per il futuro dell’attività apistica in Italia. Catturare l’interesse dei giovani assumerebbe rilevanza anche sotto l’aspetto di una sempre più diffusa attenzione verso la preservazione di paesaggi naturali e tradizioni comunitarie, aspetti distintivi che rendono il nostro Paese unico al mondo.
Oltre a ragioni legate all’etica del lavoro, aver definito una soglia minima di remunerazione per gli apicoltori italiani rappresenta un vantaggio per tutti. Per i consumatori, che avranno prodotti qualitativamente sempre migliori, per il settore, che potrà disporre delle risorse economiche necessarie per svilupparsi, e per l’ambiente, che grazie a prassi sempre più sostenibili e rispettose del benessere delle api, potrà continuare a contare su una filiera sana in grado di svolgere il suo importante ruolo di sentinella della biodiversità.
“La scelta di fissare la soglia minima di 5,20 euro al chilo per il miele millefiori, prezzo che si pone a un livello superiore a quello medio, è frutto anche della nostra lunga storia che da oltre 120 anni condividiamo con gli apicoltori – commenta Massimo Mengoli, Amministratore Delegato di Apicoltura Piana – Conosciamo bene e apprezziamo le fatiche e la passione che li muovono e crediamo fondamentale sostenerne tutti gli sforzi mettendoli nelle condizioni di operare con serenità e assicurandogli le risorse necessarie per investire. Auspichiamo che la nostra scelta possa aprire un confronto all’interno del settore che veda impegnate istituzioni, associazioni e operatori con l’obiettivo di trovare un percorso comune per valorizzare un comparto cruciale per tutto l’indotto agroalimentare”.