Dagli interventi
Emma Petitti: “Tre giornate ricche di confronto, approfondimento, contributi e riflessioni, utili per l’azione del Partito Democratico. E’ necessario cambiare lo stato delle cose presenti. E questo senso lo dà la politica a partire dai bisogni materiali e sociali delle persone. Dopo la pandemia, la questione energetica, la questione ambientale e la transizione da una economia lineare ad un’economia circolare e sostenibile hanno generato paura rispetto alla loro declinazione e asimmetria in base alle disponibilità economiche degli individui: la questione sociale.
E dopo la questione sociale, questo tempo ci pone di fronte all’altra grande questione, la questione democratica. Se sei povero e se la democrazia non risponde ai tuoi bisogni, semplicemente ti astieni e ti chiami fuori. Lo abbiamo visto in questo tempo. In questo contesto trova spazio la destra che chiede agli individui di rinunciare a un pezzo di libertà e democrazia in cambio di quella efficienza e velocità richiesta da un mercato senza regole e senza contrappesi sociali.
Emerge una visione della società divisa in due parti: gli esclusi e gli integrati. E anche nell’approssimarsi del voto europeo, una società che esclude la possibilità di riscatto, ti pone in un eterno presente sempre uguale a se stesso, non mostra alcuna via di uscita. E tutto questo è un terreno fertile per la destra.
E allora è qui che occorre dare alla politica una possibilità affinché diventi strumento di cambiamento per gli esclusi e non sia semplicemente una politica dell’esistente. E proprio ora che il mondo è più connesso abbiamo bisogno di più Europa.
Ci serve più Europa per affrontare la complessità di questo tempo e per incidere ad esempio sulle tematiche migratorie ma anche sulla possibilità di superare i tanti conflitti in atto.
E dopo la questione sociale e la questione democratica l’altra grande questione è la questione femminile. Recentemente è stato riconosciuto il Premio Nobel per l’economia a Claudia Goldin che si è occupata di economia di genere studiando i vuoti di carriera, il divario retributivo tra gli uomini e le donne. C’è ancora uno spazio per l’autonomia femminile su cui serve investire per una soggettività consapevole e attenta delle donne.
E veniamo all’attuale Governo di destra guidato dalla Meloni: non sta affrontando in maniera seria la problematica migratoria; il prezzo dei carburanti al distributore è aumentato e ha reintrodotto le accise; l’inflazione sta condizionando la capacità di acquisto delle famiglie ed è aumentato persino il costo del denaro e i mutui bancari; non stanno spendendo in maniera efficace i soldi del PNRR; stanno derogando dall’affrontare seriamente la questione ambientale; hanno tolto il reddito di cittadinanza e non hanno introdotto il Salario minimo; l’economia del Paese non cresce ed il PIL non aumenta; hanno occupato la Rai (il servizio pubblico è al servizio del Governo). Queste sono solo alcune critiche e potrei andare avanti.
Ecco perché ritengo che la nostra manifestazione a Roma dell’11 novembre sia importante per il salario minimo, per la scuola e la sanità pubblica, perché la transizione energetica e ambientale possano avere successo. E penso che il lavoro della nostra segretaria Elly Schlein sul salario minimo per costruire alleanze sociali e politiche sia la strada da perseguire.
E penso che un’altra battaglia da fare sia quella accanto ai sindaci romagnoli che rivendicano i ristori per l’alluvione, per le imprese e le famiglie. Non si è visto ancora un euro dal Governo nazionale. Le uniche risorse sono quelle anticipate dai sindaci con la procedura della somma urgenza. Insieme ai loro sindaci, i cittadini chiedono di non essere dimenticati“.
Elly Schlein: “Noi abbiamo da subito mosso la più ferma e netta condanna degli attacchi terroristici di Hamas. Il disegno di Hamas di distruggere Israele va contrastato ma va fatto ogni sforzo diplomatico per evitare una escalation del conflitto e l’allargamento del conflitto. E occorre fare ogni sforzo per evitare altre vittime civili. Difendere il diritto di Israele di esistere in pace e sicurezza e quello di palestinesi, anche loro hanno diritto a vivere in pace e sicurezza, le vite dei palestinesi non valgono meno.
Noi dobbiamo tenere al centro i bisogni delle persone. Il Pd lo sta facendo. Non solo sulla questione del lavoro ma anche nella difesa della sanità pubblica e della scuola pubblica. Quante dichiarazioni ricordate del ministro della Sanità e del ministro della Scuola? Non è un caso, è un disegno del governo Meloni che vuole smantellare il pubblico, basta stare fermi senza prendersi la responsabilità del definanziamento. È vero che la coperta è corta, ma l’ha voluta accorciare il governo Meloni, che anziché discutere di come contrastare l’evasione fiscale ha discusso di 14 condoni e ora stavano litigando sul quindicesimo. Il governo lavora per mance corporative che non producono maggiore equità fiscale“.
Sul salario minimo “È una battaglia di civiltà che guarda negli occhi tre milioni di lavoratori poveri. Ho parlato con lavoratori che guadagnano 5,16 euro l’ora: non è giusto e accettabile in una Repubblica la cui Costituzione all’articolo 1 recita che è fondata sul lavoro, non sulla precarietà e sullo sfruttamento su cui punta il governo Meloni“.
“A noi non interessa la competizione con le altre forze di opposizione. La nostra missione non è litigare per lo zero virgola nel sondaggio della prossima settimana, ma provare a convincere quel 50% di italiani che non vanno a votare. Il nostro pluralismo interno è un valore ma senza perdere la chiarezza che abbiamo promesso di mettere in campo sulla linea politica“.
E sull‘alluvione in Romagna “E’ stata dimenticata. E’ incredibile che dopo le promesse e le passerelle del governo ancora non si siano visti i ristori al 100%“.
Andrea Orlando: “Noi non abbiamo problemi a riconoscere il diritto di Israele alla sua esistenza e ad un futuro di pace. Il pluralismo e la capacità di cogliere la complessità ci fa dare ragione ad Israele e riconoscere il suo valore come democrazia collocata in un mondo che non conosce la democrazia, che ci consente di spiegare a quei giovani studenti che sventolano la bandiera palestinese che Hamas non è l’organizzazione di liberazione della Palestina, cioè non è un movimento laico di ispirazione sociale, ma è un movimento reazionario e integralista“.
Sulla situazione italiana “Noi dobbiamo ripartire da lì, dalla coalizione del Pnrr, perché lì dentro c’è un profilo europeo, c’è la conquista di un obiettivo, ci sono le transizioni, e il fatto che lo vogliono smontare non è solo incapacità, è il fatto che quel disegno è in contrasto con la loro idea di società e di modello di sviluppo“.
“C’è chi può andare a studiare all’estero e c’è chi non ci può andare a studiare e anche studiare In Italia non ha più niente a che vedere col merito, se la premessa è dover pagare 800, 900 1.000€ al mese per pagare una casa, a tutti quelli che in televisione ci spiegano il merito bisognerebbe chiedergli chi gli ha pagato l’università“.
FOTO GIORGIO SALVATORI