Una vera e propria stangata attende la sanità bolognese a fine anno, quando si farà un primo bilancio del caro energia per ospedali e strutture sanitarie sotto le Due torri. Già oggi le previsioni parlano di bollette più che salate. Per l’Ausl di Bologna, che una spesa media all’anno di 14 milioni di euro, si stima “molto più del doppio” a fine 2022. Per il Policlinico Sant’Orsola, invece, la spesa dovrebbe salire dai 20 milioni di euro all’anno ad “almeno tre volte tanto”. A conti fatti sarebbe dunque una maxi-bolletta da quasi 100 milioni di euro. Senza poter chiedere agli ospedali di ridurre la temperatura in reparto o il funzionamento dei macchinari.
OSPEDALI STRUTTURE ENERGIVORE
A fare i calcoli sono i due direttori generali Paolo Bordon e Chiara Gibertoni, questa mattina a margine di una conferenza stampa nella Centrale operativa del 118 all’ospedale Maggiore. “Siamo strutture molto energivore- spiega Bordon- ma non possiamo limitare l’apporto di energia per far funzionare gli ospedali. Abbiamo sviluppato azioni di contenimento dei costi e stiamo lavorando per implementare la capacità di utilizzare fonti rinnovabili. Sono già sei gli impianti di cogenerazione funzionanti e quello che potremo fare sarà aumentare il nostro fotovoltaico. Ma questo non ci mette comunque al riparo dai costi che stanno crescendo, quindi anche noi come tutti siamo molto esposti”.
I CONTI E LE CONTROMISURE
L’anno scorso l’Ausl di Bologna ha speso in energia “poco più di 14 milioni di euro– ricorda il direttore- quest’anno sicuramente spenderemo molto più del doppio“. Al Sant’Orsola, spiega invece Gibertoni, “in media spendiamo 20 milioni di euro all’anno solo per costi di energia: quest’anno più o meno spenderemo tre volte tanto“. A lungo termine, continua la dg, il Policlinico lavorerà sui rifacimenti dei padiglioni per limitare il consumo di energia (molti progetti sono in corso). Nel breve, invece, “le azioni che si possono mettere in campo sono limitate agli spazi dove non c’è assistenza- sottolinea Gibertoni- quindi il padiglione 19, dove ci sono la direzione generale, l’amministrazione e la farmacia. Su questo saranno limitate temperature e illuminazione. Al Sant’Orsola però ci sono pochi altri padiglioni dedicati ad attività amministrative e tecniche, dove agire. La maggior parte sono degenze, sale operatorie e ambulatori e su questo non si può praticare nessuna azione restrittiva“.
L’APPELLO A REGIONE E GOVERNO
Lo sguardo è per forza di cose rivolto alla Regione e al Governo in arrivo. “L’anno scorso il bilancio 2021 è stato chiuso in pareggio- ricorda Bordon- so che la Regione si sta impegnando al massimo e sta facendo un gran lavoro per farsi riconoscere tutti i costi Covid e quelli legati all’energia, anche per sensibilizzare il futuro Governo su questi temi. Troveremo una soluzione“, prova a essere ottimista il numero uno dell’Ausl di Bologna.
LA CARENZA DI PERSONALE
Da affrontare c’è anche il nodo del personale. “In alcuni casi abbiamo difficoltà a reclutarlo perchè non lo troviamo– conferma Bordon- abbiamo grandi sofferenze in particolare sul personale assistenziale e in alcune discipline mediche sul territorio”, come medici di base e guardie mediche. “Poi ci sono alcuni settori in difficoltà come Pronto soccorso e urgenza- continua Bordon- dove facciamo fatica e dobbiamo trovare collaborazioni e sinergie. Il problema c’è da tempo, col Covid in apparenza si era trovata una soluzione ma in realtà avevamo raschiato il fondo del barile, chiamando in servizio persone subito dopo la laurea e senza aver finito le specializzazioni. E questo è un elemento che sta pesando rispetto al ricambio generazionale: c’è difficoltà a ingaggiare in maniera permanente i professionisti, perchè c’è grande concorrenza”