Il leader di Azione intervistato da ‘La Repubblica’: “Non ho tradito alcun patto ma non potevo tollerare un bombardamento mediatico contro di me”. E punta ai voti di Forza Italia: “Posso mandarli al 3%”
Chiusa la parentesi (brevissima) con il Pd, per Carlo Calenda è tempo di pensare a una possibile alleanza con Matteo Renzi, promotore del ‘Terzo polo’. “Ci incontreremo per discuterne, perché un accordo tra di noi non è né scontato né banale – spiega il leader di Azione a ‘La Repubblica’ – Con Renzi ci sono rapporti deteriorati nel tempo, ci unisce una consonanza programmatica e ci dividono alcune scelte. Nel caso, preferisco l’ipotesi delle liste in coalizione“.
CALENDA: “NON HO TRADITO ALCUN PATTO”
Calenda però non ci sta a passare per traditore e replica alle accuse che gli sono piovute addosso dopo il dietrofront sull’accordo con Letta: “Non ho tradito alcun patto. Con grande sofferenza mi sono sfilato da una coalizione Frankenstein. Quando ho firmato il patto con Letta, che continuo a stimare – prosegue il leader di Azione nell’intervista a ‘La Repubblica’ -, ho difeso a spada tratta la scelta anche davanti alla rivolta di una parte del mio mondo. Ho avuto 1500 tessere di Azione restituite in giorno“. Ma quasi tutti ora sono tornati all’ovile, rimarca Calenda.
CALENDA: “PER LA SINISTRA SARÀ SCONFITTA CLAMOROSA”
Il problema, per l’ex ministro e candidato sindaco di Roma, è che “si erano create due ali della coalizione, una delle quali contraria a tutto quello che dice l’altra. Non posso tollerare un bombardamento mediatico contro di me. Io a Letta l’ho detto in tutti i modi nei giorni tra il mio accordo e quello con la sinistra, gli avrò mandato 30 messaggi: fermati, stai buttando un’occasione, non prendo più un voto dal centrodestra. Ora per la sinistra sarà una sconfitta clamorosa”, prevede il leader di Azione.
L’ATTACCO AI RADICALI E A DI MAIO
Nel corso dell’intervista a ‘La Repubblica’, Calenda ne ha anche per “i radicali, che hanno fatto il gioco delle tre carte” e per Luigi Di Maio, che restano nella coalizione guidata dal Pd: “È il politico più screditato del Paese”. E sulle sue possibilità alle elezioni del 25 settembre, afferma: “Posso mandare Forza Italia sotto il 3%. La parte sana è con me”. Forte degli ingressi in Azione delle ministre Carfagna e Gelmini. Le prime a esultare per la rottura del patto con il Pd.