Il polo museale è diffuso su un trittico di spazi: Castel Sismondo, palazzo del Fulgor e Piazza Malatesta, ex parcheggio ora “rigenerato” e trasformata in una grande area urbana con spazi verdi, arene e installazioni artistiche
Una gigantesca giunonica Anita Ekberg e uno sceicco bianco sull’altalena accolgono i visitatori in un incontro con gli archetipi del mondo felliniano: la visita a Castel Sismondo a Rimini è un viaggio nell’opera del genio riminese Federico Fellini, ma anche molto di più. Da oggi il Fellini Museum, con cui Rimini rende omaggio al suo “figlio” più celebre, è una realtà: una passeggiata nella cinematografia onirica di Fellini, un racconto del suo tempo e degli italiani di allora, che si presentavano al regista aspirando ad una parte, attraverso fotografie in bianco e nero e in lettere. Perché allora i casting avvenivano così, non nei talent show o sui social.
Anna Villari, curatrice insieme e Marco Bertozzi, accompagna i primi visitatori attraverso le 16 sale della mostra, svelandone contenuti e curiosità. Lungo il percorso sono stati piazzati 33 proiettori, 34 monitor, 26 schermi ed è possibile visionare oltre cinque ore e mezzo di contenuti audiovisivi, di cui metà tratti dai film di Fellini e l’altra da materiali di repertorio.
C’è la sala dedicata al mare di Rimini, quella con gli abiti di scena da oscar de “Il Casanova” e di “Roma”, una dove poter curiosare virtualmente tra le pagine del libro dove il registra trascriveva quello che gli appariva in sogno. E ancora, in una sala tappezzata da spartiti di Nino Rota è possibile godere dell’ascolto delle più celebri colonne sonore dei film di Fellini. Suggestiva anche l’altamente simbolica “sala dell’altalena”, dove tutto dondola per scandire il tempo che passa. A completare il percorso nell’ala di Isotta del castello, una mostra dentro la mostra, con “nel mondo di Tonino Guerra”, esposizione temporanea a cura di luca cesari.
Museo Fellini è prima di tutto un “luogo vivo– spiega la curatrice Villari- una chiave di lettura per entrare nel mondo di Fellini e nelle sue suggestioni attraverso tecnologie e linguaggio contemporaneo”. Il visitatore “da semplice spettatore diventa spettautore– aggiunge Marco Bertozzi- grazie a schermi interattivi e multimedialità è possibile infatti attivare un percorso interpretativo autonomo”. Al lavoro di tanti è dovuta la realizzazione degli spazi espositivi a Castel Sismondo: il Comune ha affidato a Studio Azzurro la direzione artistica e l’ideazione del progetto multimediale, la mostra è a cura di Marco Bertozzi e Anna Villari e la realizzazione è stata possibile grazie alla partecipazione dei produttori dei film di Fellini e dei titolari dei diritti di sfruttamento. Partner del progetto, patrocinato della rai, sono Visit Romagna e Apt servizi emilia-romagna con Hera servizi gold sponsor.
Ma a caratterizzare il Fellini museum è soprattuto il dialogo tra spazi interni ed esterni e l’idea di un museo diffuso su un trittico di spazi: Castel Sismondo appunto, dove ci sono gli allestimenti dedicati al cinema di Fellini, poi palazzo del Fulgor, dove si potranno ammirare manifesti, locandine e disegni dei film. Gli allestimenti saranno completati a settembre. Infine Piazza Malatesta, una piazza “dei sogni”, ex parcheggio, ora “rigenerata” e trasformata in una grande area urbana con spazi verdi, arene, installazioni artistiche, un velo d’acqua e una grande panca circolare che si richiama al finale di 8 ½ , simbolo di comunità e dello stare insieme. La piazza infine è ancora in divenire: sarà arricchita da piante e installazioni del “bosco incantato” di Tonino Guerra.
Per tutta la settimana riminesi e turisti potranno visitare gratuitamente il Fellini Museum (sold out), da lunedì la visita sarà a pagamento (10 euro) su prenotazione.
IL SINDACO ANDREA GNASSI: “RIMINI HA INVESTITO IN BELLEZZA”
Con il nuovo polo museale culturale nel cuore di Rimini “hanno vinto i bambini”. Il sindaco Andrea Gnassi, nell’introdurre i giornalisti all’anteprima odierna del Fellini Museum, a Castel Sismondo, mette la parola fine alle critiche e ai detrattori dell’ultima rivoluzione compiuta. Con l’apertura del Fellini Museum a Rimini si restituisce “il diritto alla bellezza come chiave di comunità che si ritrova nell’identità della sua storia”, sottolinea.
Gnassi ricorda quindi un modello di città “quasi maschile”: dieci anni fa qui di fronte c’erano parcheggi, “io ci passavo con la macchina”. Non solo: “c’era anche un teatro distrutto con un capannone che diventava palestra e quando non c’era un parcheggio, c’era un mercato ambulante”. Eppure, “Rimini è una città d’arte romana, con la sua pietra d’istria del Ponte Tiberio e dell’Arco di Augusto- spiega Gnassi- è la città dove Giotto ha messo i semi della scuola del ‘300 riminese, del Rinascimento, di Sigismondo, Piero della Francesca, Leon Battista Alberti”. E nella sua storia, Rimini ha avuto anche “i primi bagni marini nell’800 e il ‘900 con la fantasia di Fellini e e la tragedia della guerra”. Eppure, “nel 2011, proprio Rimini sembrava non avere più un futuro- ricorda- dovevamo cambiare, dopo le fogne in mare, la crisi del mattone, la crisi economica e finanziaria”. Nel 2021 anche la pandemia e “in mezzo 10 anni in cui Rimini è partita con il sogno: ridarsi una identità di città d’arte”.
E così “abbiamo rotto le frequenze dell’abitudine, della bruttezza del gas di scarico che feriva il nostro castello”, incalza il sindaco. “Qui hanno vinto i bambini perché Rimini ha fatto un investimento sulla bellezza– ribadisce- e oggi possono giocare nell’acqua nebulizzata con dietro un castello che ha la creatività di Fellini”. Hanno vinto i bambini, “perché dopo 10 anni di polemica, dove c’erano auto, oggi c’è una comunità”.
Il Museo Fellini “non è un sacrario, è una chiave a tre gambe- prosegue- con il castello dai contenuti straordinari dove c’è tutta l’Italia del ‘900 raccontata da Fellini, esci è c’è il palazzo del Fulgor, del ‘700, dove c’è un academy per i lavori legati alle tecnologie applicate alle musiche e al cinema”. E tra il Fulgor e il Castello “c’è la piazza Malatesta riqualificata che diventa piazza dei sogni, costruita sul set finale di ‘8 e mezzo’ e questa piazza unisce il castello e il Fulgor con il teatro Galli e con il museo d’arte contemporanea Part. Oggi decine, centinaia di visitatori avranno motivo per venire a Rimini“. E tra i visitatori del nuovo cuore culturale riminese “inviteremo i talenti del mondo a interpretare questa piattaforma diffusa“. Tra loro Gnassi cita il regista Wes Anderson: “Gli abbiamo scritto e sicuramente verrà e interpreterà questo luogo”.
Tra le novità in cantiere, Gnassi anticipa una grande mostra su Antonioni-Fellini: “Tra poche settimane lavoreremo su un progetto di Federico e Michelangelo nel segno dei sogni”. E ancora Gnassi torna sulle critiche e punta sull’approfondimento e sul lavoro compiuto per giungere all’attuale velo d’acqua davanti al castello. “Qui di fronte non c’è il fossato, abbiamo fatto una campagna di scavi lunga un anno– spiega- ci sono solo dei residui di laterizi”. E “la sottolineatura attraverso la nebulizzazione di ciò che non c’è più, il fossato, avviene con un velo d’acqua dove i bambini possono riprendersi la vita e il futuro giocando”. E ancora: “Hanno vinto i bambini perché alla loro domanda ‘sindaco, ma tutto questo c’è anche domani?’, la risposta è sì, ci sarà domani e dopodomani e magari quando anche da grande porterai tuo figlio a giocare davanti al castello”.
fonte Dire.it