Due bassorilievi in gesso, rimasti quasi dimenticati in un deposito, ora trasportati alla Certosa monumentale di Bologna per i lavori di restauro e dove troveranno una collocazione permanente. Ma anche il recupero di due dipinti del XIX secolo con cornice, di un affresco nella volta d’ingresso del Conservatorio nonché di partiture musicali. Opere d’arte che presto verranno restituite alla loro bellezza originaria e ai cittadini attraverso forme di valorizzazione. In autunno, un’intera settimana sarà dedicata a presentazioni da parte dei ragazzi e approfondimenti da parte di esperti dei materiali trattati, oltre alla realizzazione di un Concerto a cura del Conservatorio Martini, che consentirà al pubblico di ascoltare per la prima volta le musiche degli spartiti restaurati.
Sono gli obiettivi, in corso di realizzazione, del progetto “Terzo Movimento” che fa parte del format “Tre Istituzioni e un patrimonio” che quest’anno a fianco del Servizio Patrimonio culturale della Regione, in partnership con l’Accademia delle Belle Arti di Bologna, vede come terza istituzione il conservatorio bolognese “Gian Battista Martini”, la collaborazione dell’Istituzione Bologna Musei e della Bologna Servizi Cimiteriali. Un modello operativo concreto per attivare una cultura partecipata fra le istituzioni nel settore dei beni culturali.
L’iniziativa è stata illustrata questa mattina alla stampa presso nel Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna dalla dirigente del Servizio Patrimonio della Regione, Cristina Ambrosini, dal direttore Bologna Servizi Cimiteriali, Michele Gaeta, dal presidente dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, Michelangelo Poletti, dal presidente del Conservatorio di Musica Giovan Battista Martini di Bologna, Jadranka Bentini, e dal presidente Istituzione Bologna Musei Roberto Grandi. Per l’occasione sono state portate le testimonianze di studenti dei corsi di restauro e filmologia dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, i principali protagonisti dell’iniziativa.
“Tre Istituzioni e un patrimonio” ha l’obiettivo di realizzare progetti speciali di conservazione, formazione e valorizzazione che, attraverso laboratori didattico-formativi con studenti dei corsi di restauro e di comunicazione dell’Accademia, coinvolgono un patrimonio di tipologia di beni sempre differente, mentre l’Istituzione che ne è titolare diventa la terza partner attiva di progetto. La collaborazione tra istituzioni è definita da una Convenzione nella quale sono individuate le modalità e gli scopi della partnership, che ha come fine ultimo quello di mettere in campo le abilità e la creatività dei giovani restauratori e comunicatori dirette al recupero e alla riscoperta di patrimonio spesso poco conosciuti o dimenticati in archivi e depositi.
L’edizione 2021
La nuova edizione di “Tre Istituzioni e un patrimonio” per l’anno accademico 2020-21 coinvolge come terzo partner il Conservatorio “Giovan Battista Martini” di Bologna, che annovera fra i direttori didattici Giacchino Rossini e che conserva la collezione, unica al mondo, di strumenti, fondi e libri di Padre Martini.
Il progetto di quest’anno, con le autorizzazioni delle Soprintendenze di competenza, è composto da un insieme eterogeneo di beni: due dipinti del XIX° secolo con cornice (il ritratto di Marietta Alboni di J.F. Hyacinthe Jules e il Ritratto di Rossini di ignoto); un affresco nella volta d’ingresso del Conservatorio raffigurante una “Madonna col Bambino” della metà del ‘400 con cornice in stucco seicentesca; un nucleo di materiali dell’Archivio storico riferiti a partiture, mai eseguite, composte da illustri musicisti come prova d’esame per conseguire il diploma del corso di composizione (Tagliavini, Donatoni, Malipiero, Ghedini, Guerrini, Fano).
In corso anche il recupero di due bassorilievi in gesso di grandi dimensioni del primo trentennio del XX° secolo, presumibilmente realizzate in occasione di una mostra della gioventù fascista, che rappresentano uno delle figure con cavallo, l’altro una figura femminile allegoria di Vittoria o Patria. Sono rimaste quasi dimenticate in un deposito del Conservatorio per circa un secolo e saranno trasportate alla Certosa monumentale di Bologna dove, grazie alla collaborazione di Istituzione Bologna Musei, troveranno uno spazio per i lavori di restauro e per la loro collocazione permanente.
Gli studenti di audiovisivi dell’Accademia bolognese seguiranno i recuperi realizzando video delle fasi rilevanti di progetto, mentre gli studenti di design svilupperanno naming, marchio e grafica che caratterizzeranno la comunicazione coordinata del progetto.
Sono circa 50 gli studenti dell’Accademia delle belle Arti dei corsi di restauro, di design, grafica e di filmologia coordinati dai relativi docenti dell’Accademia coinvolti attivamente nel progetto: a loro si aggiunge un team di referenti delle diverse istituzioni, impegnati a dare corpo e seguito alle varie fasi di conservazione e valorizzazione di questo patrimonio.
Tre Istituzioni e un patrimonio
Progettare assieme fra istituzioni del territorio con differenti vocazioni, mettendo in condivisione competenze, saperi e risorse per il recupero conservativo e la valorizzazione di patrimoni inediti o poco conosciuti della Regione Emilia-Romagna, di volta in volta individuati da Ibc, oggi Servizio Patrimonio culturale della Regione, d’intesa con l’Accademia di Belle Arti di Bologna. È il principale obiettivo di “Tre Istituzioni e un Patrimonio”, un programma ideato da Antonella Salvi, responsabile Conservazione e Restauro della Regione, sviluppato d’intesa con Alfonso Panzetta, coordinatore della Scuola di Restauro dell’Accademia. Il programma è sostenuto da un Accordo pluriennale che rappresenta un modello operativo concreto per attivare una cultura partecipata fra istituzioni nel settore dei beni culturali.
Le edizioni passate
Ferro, Paglia e Fuoco (2016-2017). Dalla donazione all’esposizione: la collezione “Mizzau-Contento”.
Una trentina di giovani fra corsi di restauro e di design grafico ha operato assieme ai docenti e al supporto dell’antropologo africanista Cesare Poppi, per studiare e riportare a integrità conservativa e a piena valorizzazione un’intera collezione di circa 80 manufatti di cultura materiale e simbolica dell’Africa occidentale, un patrimonio inedito fino a quel momento perché oggetto di donazione da privati alla Biblioteca Cabral di Bologna.