Oltre 50 appuntamenti in quattro regioni – Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto – con l’intento di rimuovere più di 50mila chili di rifiuti, in particolare in plastica, dal fiume Po e dalle sue sponde.
È la sfida lanciata dall’associazione Plastic Free onlus che, in collaborazione con aziende attente alla salvaguardia dell’ambiente, con le università di Piemonte Orientale, Pavia, Padova, Cattolica del Sacro Cuore e le Regioni interessate, porta avanti l’iniziativa “Un Po prima del mare”.
Domenica 23 maggio dalle ore 9,15, l’associazione ha organizzato 50 passeggiate ecologiche e di raccolta in altrettante postazioni lungo il corso del fiume dal Piemonte all’Emilia-Romagna. In Emilia-Romagna il presidente, Stefano Bonaccini, è intervenuto all’appuntamento a Ponte Alto (Mo) e l’assessore regionale all’Ambiente, Irene Priolo, a Savignano sul Panaro (Mo).
Oltre 10 mila volontari, insieme a rappresentanti del Governo e delle Regioni, hanno partecipato alla pulizia in altri siti lungo il fiume.
Le iniziative della Regione
La rimozione dei rifiuti, in particolare quelli in plastica, da fiumi, mare e negli spazi pubblici è uno dei tre pilastri, assieme a riconversione e riduzione dell’uso della plastica di “PlasticFreER”, il Piano della Regione, per una strategia condivisa con enti pubblici, imprese, sindacati, associazioni e comunità scientifica per liberare dalla plastica usa e getta uffici, mense, sagre e feste e ripulire spazi pubblici, fiumi, mare e spiagge. Il tema sarà uno dei capisaldi del nuovo Piano regionale, che si prevede di approvare entro la fine di quest’anno e che definirà gli obiettivi da raggiungere entro il 2026 per la gestione dei rifiuti.
Le azioni si traducono in sostegno, con fondi e incentivi, per i quali è stato previsto un primo stanziamento di due milioni di euro, per la riconversione delle imprese che producono plastica con particolare riferimento a quella monouso; aiuti agli enti pubblici e ai privati che decidono di ridurne l’uso.
Tra gli interventi previsti, un progetto di raccolta delle plastiche abbandonate nell’ambiente per limitare l’inquinamento, oltre che dei fiumi e degli spazi pubblici, anche del mare con la possibilità di un accordo agricolo di filiera specifico per le associazioni dei pescatori e degli acquacoltori, oltre al sostegno alla progettazione di nuovi prodotti che rispondano alle esigenze di riutilizzo, riparazione e riciclaggio nei settori agricolo, agroalimentare e della miticoltura.
L’agenzia regionale per la Protezione civile è al lavoro per un programma d’azioni per tradurre in concreto questa misura.
E poi un’azione capillare all’interno della Regione e nelle sedi delle agenzie regionali e delle società in house per la sostituzione progressiva di tutti i prodotti in plastica monouso, bottigliette comprese, oltre che nelle mense e nei bar interni di ospedali, scuole e aziende, sulle spiagge, negli stabilimenti balneari, nelle aree protette, nelle sagre, feste e manifestazioni pubbliche, eventi sportivi. Con un sistema di premi e incentivi per tutte le realtà, pubbliche e private, che sostituiranno il monouso con oggetti riciclabili e riutilizzabili.
Per i Comuni contributi del ‘fondo d’ambito’ legati ad azioni di prevenzione e riduzione di imballaggi in plastica, utilizzando ad esempio le cosiddette “casette dell’acqua”, i “kit di lavastoviglie” e le stoviglie riutilizzabili.
Per il mondo dell’impresa e del lavoro, è previsto il sostegno alla riconversione industriale dei processi e dei prodotti nell’ottica dell’economia circolare, anche attraverso progetti di ricerca e sperimentali che portino verso soluzioni eco-compatibili in sostituzione delle attuali plastiche o all’utilizzo di plastiche riutilizzabili; si prevede poi la possibilità di percorsi di riqualificazione professionale con l’obiettivo di tutelare e riqualificare l’occupazione.
“Il bacino idrografico del fiume Po e dei suoi affluenti corrisponde a un’area molto estesa, industrialmente avanzata, in cui vivono 20 milioni di cittadini consumatori. Ogni anno ciascuno di noi produce circa 460 chili di rifiuti e il fiume Po riversa questa stessa quantità in una sola ora nel mare Adriatico, sotto forma di microplastiche. Senza contare gli altri rifiuti di ogni genere, spesso abbandonati abusivamente nelle vicinanze del fiume e trasportati dalle piene. Un inquinamento sempre più pericoloso che impatta quotidianamente sull’intero ecosistema, in particolare quello marino, e di conseguenza sull’uomo”.