Si terrà il prossimo 16 gennaio in via Mazzini la cerimonia della posa delle prime Pietre d’inciampo nella città estense, iniziativa diffusa in tutta Europa e fortemente voluta dal Comune di Ferrara, in collaborazione con la Comunità Ebraica.
L’appuntamento fa parte del più ampio progetto “Pietre d’Inciampo a Ferrara”, dedicato alle vittime ferraresi delle deportazioni nazi-fasciste avvenute durante la Seconda Guerra Mondiale al fine di preservare la memoria storica.
Durante la cerimonia, alla presenza dell’artista berlinese Gunter Demnig, ideatore delle “Pietre d’Inciampo”, verranno installate le 15 pietre – in via Mazzini – in memoria di cittadini ferraresi deportati e uccisi durante la Shoah che qui abitavano. In particolare si omaggeranno la famiglia Rietti-Cavalieri (Nello Rietti, Giulia Rietti, Leonella Rietti, Gastone Rietti e Argia Cavalieri) al civico 14; la famiglia Forti-Jesi-Lampronti (Leone Forti, Carolina Jesi, Berta Forti, Umberto Lampronti e Carlo Lampronti) al civico 85 e la famiglia Fink-Bassani-Lampronti (Isacco Fink, Carlo Bassani, Giuseppe Bassani, Rina Lampronti e Marcella Bassani) al civico 88.
L’iniziativa, che sarà aperta alla città, rientra nel protocollo d’intesa per la valorizzazione del Ghetto ebraico di Ferrara e apre una serie di pietre di inciampo che verranno nel tempo poste sul suolo comunale.
“Finalmente anche Ferrara è coinvolta nel progetto monumentale delle pietre d’inciampo, ideate dall’artista Gunter Demnig per tenere viva la Memoria collettiva contro ogni forma di negazionismo e di oblio: il suo lavoro intende ricordare tutti i deportati nei campi nazisti che non hanno più fatto ritorno a casa. Queste pietre sono ormai ovunque in Europa. Mancava all’appello Ferrara: ora anche la nostra città ne farà doverosamente parte. Con l’installazione delle prime pietre d’inciampo ricorderemo i primi tre nuclei familiari di ebrei ferraresi deportati, nostri concittadini. La volontà è rendere ancora una volta visibile, per non dimenticare mai, quanto ha caratterizzato una pagina buia della storia, che ha dolorosamente coinvolto direttamente anche la nostra città”, sottolinea il Sindaco Alan Fabbri.
“Il 16 gennaio a Ferrara verranno depositate le prime 15 pietre di inciampo, le prime di una lunga lista. Potremo così ricordare attraverso la posa delle pietre dinanzi alle porte delle abitazioni, coloro che sono stati deportati e assassinati nei lager. Inciampare virtualmente su questi blocchetti di colore lucido, che riportano i dati delle persone scomparse, porterà alla luce qualcosa di essenziale: non racchiudono solo nomi da citare, ma la storia di intere famiglie ferraresi. La memoria non può risolversi in appuntamento occasionale e celebrativo, ma costituire parte integrante della vita quotidiana. Attraversando le strade del ghetto, verrà spontaneo chiedersi cosa sono quelle strane pietre posate sul selciato”, aggiunge il presidente della Comunità ebraica, Fortunato Arbib.
Presenti in conferenza stampa, oltre al presidente Arbib, il vicesindaco Alessandro Balboni, che ha ricordato come questa sia “l’esito di un iter lungo due anni che intende lasciare qualcosa di tangibile e di visibile a Ferrara, tra i comuni che ancora ne erano privi. Con questo diamo il giusto tributo alle vittime ferraresi morte durante il periodo fascista: colmeremo finalmente un vuoto”.
Per l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli, “si tratta di un momento epocale per Ferrara, città ebraica per eccellenza. Di quel drammatico periodo rimane nell’arte l’opera di Bassani, rimane traccia nei film, ora ci saranno le pietre d’inciampo, per fermare e far riflettere chi si imbatte nell’opera”.
Alessia Pedrielli ha ricordato che “tra i progetti parte del protocollo di intesa tra Comune e Comunità ebraico, siglato per la prima volta a Ferrara nel 2022, quello delle pietre d’inciampo è l’azione più simbolica e al contempo concreta, un vero museo diffuso, a disposizione di tutti”. Grande è stata la partecipazione delle scuole del territorio. “Moltissima è stata la voglia di collaborazione da parte degli istituti scolastici, abbiamo dovuto fare una selezione per la mole di richieste”.
Cristina Nagliati ha poi spiegato come si svilupperà la celebrazione del 16 gennaio. Presenti anche i rappresentanti delle realtà partner del progetto.
Gli Stolpersteine (letteralmente, “pietre d’inciampo”) sono cubetti di cemento – grandi all’incirca quanto un sanpietrino – ricoperti da una lastra di ottone, sui quali vengono incisi i dati biografici delle vittime da commemorare (nome, anno di nascita, giorno e luogo della deportazione, data di morte). Sono posati davanti alle porte delle delle abitazioni dove un tempo vivevano le persone a cui sono dedicate, l’ultima resi