Presentata la prima indagine che stima le abitazioni potenzialmente vuote a Bologna.
Lo scorso 27 dicembre la Giunta Comunale, insieme a Città metropolitana e ASP Bologna, ha avviato il percorso costitutivo della Fondazione di partecipazione Abitare Bologna con funzioni di agenzia pubblica per la locazione e gestore sociale per la sperimentazione di nuovi progetti di abitare collaborativo.
Con un investimento iniziale di quasi 5 milioni di euro, per lo più derivante da risorse Pon Metro, una dotazione di alloggi pubblici che progressivamente arriverà a circa 400 unità, e un perimetro d’azione su tutto il territorio metropolitano, la Fondazione è uno strumento strategico di attuazione del Piano per l’Abitare, per intercettare una parte degli alloggi privati, oggi sfitti, sottoutilizzati o ad uso turistico, per locarli a canoni sostenibili a soggetti e famiglie con specifiche fragilità economiche e sociali, a fronte di significativi incentivi pubblici diretti ai locatori privati e a vantaggi gestionali.
La Fondazione sarà guidata da una Assemblea dei Soci e da un Consiglio di Amministrazione formato, in questa fase di avvio, da un rappresentante per ciascuno dei tre soci Fondatori. Il patrimonio iniziale, che verrà versato all’atto costitutivo in parti uguali dai tre soci Fondatori, è di 150 mila euro (90 mila costituiranno il Fondo di dotazione e 60 mila il Fondo di gestione).
L’Agenzia per la casa è stata oggetto dell’accordo per la coesione sociale nella città di Bologna con le OOSS confederali a partire da aprile 2023, percorso che prosegue nel tavolo di riflessione con le OOSS confederali e di categoria. La Fondazione contiene anche gli indirizzi condivisi nell’intesa siglata per la realizzazione dell’ultimo accordo sui canoni concordati.
Hanno già manifestato interesse a partecipare alla Fondazione l’Acer, l’Azienda Regionale per il Diritto agli Studi Superiori dell’Emilia-Romagna (ERGO), e il Forum del Terzo Settore. Anche la Curia di Bologna e Confindustria, condividendone gli obiettivi, hanno manifestato interesse a collaborare alla riflessione avviata sul tema della casa. È inoltre in corso un’interlocuzione per consolidare le collaborazioni sulle politiche abitative con l’Università.
Tra 13.500 e 15.300 abitazioni potenzialmente vuote a Bologna
Il Comune di Bologna, con la collaborazione del Politecnico di Milano e della società Avanzi SPA, nell’ambito dell’Osservatorio Metropolitano sul Sistema Abitativo, ha realizzato un’indagine per stimare il patrimonio abitativo inutilizzato in città, ovvero quella porzione di alloggi che al 31/12/2022 non era destinato a nessun uso, né residenziale, né turistico o di seconda casa, né per affitti brevi o temporanei, in quanto privo di utenze e non occupato.
La quantità e le caratteristiche di questi alloggi non utilizzati sono state stimate attraverso una metodologia di incrocio di differenti banche dati, a partire da quella catastale, che, in estrema sintesi, seleziona dal patrimonio abitativo complessivo le abitazioni che non sono prime case, non pagano la TARI, non hanno utenze elettriche attive e dove non abitano conduttori, e che quindi, sulla base di questi criteri risultano non utilizzate. I risultati di questi incroci tra banche dati sono stati ulteriormente verificati con alcune variabili di controllo acquisite dalla banca dati dell’Anagrafe degli Immobili del Comune di Bologna.
Utilizzando questi criteri si è arrivati a una stima del numero di abitazioni potenzialmente inutilizzate a Bologna che varia tra le 13.500 e le 15.300.
Una prima caratteristica di questo patrimonio è la sua elevata frammentazione in termini di distribuzione per edificio: circa il 55% degli edifici interessati da questo fenomeno ha una sola abitazione vuota, mentre si arriva all’80% del totale se si sommano gli edifici con una o due abitazioni potenzialmente vuote. A Bologna quindi non c’è un concentrazione significativa di interi edifici completamente vuoti, o con un numero consistente di alloggi inutilizzati, ma si evidenzia al contrario una diffusione di alloggi inutilizzati all’interno di edifici complessivamente abitati.
Circa il 70% di queste abitazioni non utilizzate si localizza in un terzo delle aree statistiche comunali, evidenziando quindi differenze territoriali molto significative, con concentrazioni nella corona intorno al nucleo più antico della città e lungo alcune direttrici a nord (via Ferrarese, Arcoveggio) e ad est (Cirenaica, Mengoli, Mezzofanti). Si tratta perlopiù di abitazioni costruite oltre 50 anni fa, quindi mediamente più vecchie rispetto alla zona in cui si collocano: la loro condizione di inutilizzo potrebbe quindi essere associata allo stato manutentivo e ai rilevanti costi che deriverebbero dalla ristrutturazione.
Ulteriore elemento di interesse è relativo al valore di questi immobili non utilizzati: confrontando gli ultimi dati dell’Osservatorio sul Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, una quota significativa di abitazioni potenzialmente disponibili si trova in zone con valore di compravendita superiore a 3.000€/mq, cioè in ambiti di particolare pregio.
Qui il quaderno di ricerca completo.
